Fuoco cammina… se puoi!

L’argomento che andrò trattando oggidí è tra i piú importanti e complessi che abbia mai trattato. E per questo lo farò male1.

Tutto avrà un suo significato. Poi.

Voi tutti, o miei cari lettori2 conoscete la leggenda per la quale quelle leggendarie creature conosciute come vampiri (leggendari?) non sopportino la luce del Sole, tanto da prendere fuoco se esposti direttamente alla suddetta3.

Qui si apre uno scenario interessante, interessante per chi, come me e come voi, miei cari amici lettori4, conosce il TRIANGOLO DEL FUOCOOOOO!!5

Come ben sapete, perché sia possibile la combustione, c’è bisogno di tre elementi:

  • Innesco;
  • combustibile;
  • comburente.

Venendo meno uno di questi tre elementi, da cui appunto triangolo, la reazione chimica esotermica bla bla bla…6 non è possibile. Non può avvenire. Semplicmente.

Ora prendiamo il nostro vampiro, quello leggendario delle leggende delle leggende di cui parlavo prima7.

Vedete che ora tutto diventa piú chiaro?

Preso?
Perfetto!

Dicevo, prendiamo il vampiro di cui sopra e cerchiamo, con la sua maledizione, di inserirlo nel Triangolo del fuoco d’ora innanzi TdF.

  • La maledizione stessa è l’innesco: la sensibilità alla luce solare avvia la reazione.
  • Il vampiro è il combustibile, ciò che cioè brucia.
  • L’ossigeno, esattamente come per ogni altro fuoco, è il comburente, ciò che permette la reazione8.

Cosa succede dunque se io prendo un vampiro, lo immergo sott’acqua o, meglio ancora lo metto sotto vuoto e poi lo espongo alla luce diretta del Sole9? Il vampiro semplicemente non prende fuoco! Sic et simpliciter.

Soffrirà perché la maledizione lo farà bruciare? Forse no, d’altronde brucia per la reazione esotermica di cui sopra, ma nel caso sventurato in cui soffrisse… beh, ha tutta l’eternità davanti per abituarsi e non è forse la vita del vampiro una costellazione di sofferenza e dolore? Maledetto dall’uomo, costretto a cibarsi di chi non riconosce piú come fratello? Non è forse già una sofferenza insostenibile camminare in mezzo a un mondo di persone distanti che ignorano e non vedono nessuno e men che meno una figura talmente aliena, cosí distante dalla natura da risultare ostile?

Pensateci quando volete diventare vampiri, pensateci quando volete creare nuovi vampiri, pensate sempre alle maledizione che scagliate e alle dannazioni che credete di poter sopportare.
Niente è come sembra. Tutto può essere sofferenza.
E alle volte non è possibile la morte salvifica. Non si ha sempre questo dono.


Voglio spendere due parole di numero per le foto che ho inserito nell’articolo. Qualche mese fa ho scoperto un’app che basandosi sulle parole immesse dall’utente, è in grado di generare delle immagini casuali. Lo stile di quest’app è volutamente impreciso, grezzo e fiabesco, non so se per questioni di diritti d’autore o se per scelta stilistica, che comunque apprezzo.
L’app è Wombo Dream, è gratuita e non credo rubi troppi dati agli utilizzatori, se poi lo fa, beh pensate a come viene dannato un vampiro e ricalibrate il vostro dispiacere.


  1. Ovviamente10
  2. Sapiente uso del vocativo, se usassimo una lingua con le declinazioni senza gli articoli11
  3. Mi sto riferendo solamente alle leggende che conosco o interessano me, ovviamente, se avete delle obiezioni da fare del tipo «*…e ma secondo Seraclavonio da Bumbabasso nella sua “Historia mentulae mentularum” scrive che i vampiri quando cacano in una debole notte di plenilunio con il diavolo ch… […]»; scrivetevi un articolo vostro, sapientoni! 
  4. Il termine che state cercando è «sussiegoso», ma non lo conoscete e quindi non lo potete trovare. 
  5. Importante enfatizzare le vocali prolungandole piú del dovuto, soprattutto i composti «IA» e «UO» per aumentare il voluto effetto ieratico che maggiormente si confà all’argomento. 
  6. Se sapete cosa sia il fuoco bene, altrimenti cercatevelo da voi ché io non ho tutta la mia vita davanti. 
  7. Ammicco ammicco. 
  8. Ci sono ovviamente molti altri comburenti ma spero non siate venuti qui per infastidirmi. 
  9. Importante sottolineare diretta, perché essendo una maledizione funziona un po’ a cazzo di cane, come le pare e piace. La luce della Luna è sempre la luce del Sole, e però riflessa! Per cui si potrebbe tranquillamente ricoprire di specchi un vampiro esposto alla luce del giorno, per illuminare altri vampiri senza effetto alcuno12
  10. Ovviamente. 
  11. Lo specifico per chi non è un mio caro lettore13
  12. Ma poi se un vampiro terrestre, maledetto sulla Terra, quindi, si trovasse tramite chissà quale prodigio della scienza o della magia, su una superficie abitabile di un altro sistema solare, potrebbe stare all’aperto di giorno o no? Pensateci prima di maledire qualcuno, condannandolo alla vita eterna con la sete di sangue etc etc… 
  13. E cioè voi se voi non siete voi14
  14. Chiaramente. 
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Casupole

Casolari & Casupole, questo è quello che dico quando vedo qualcosa che mi faccia venire in mente dei casolari e delle casupole1. E quando mi vengono in mente certe cose, l’unica azione che mi è consentita, per esorcizzarle o esaltarle, è tramutarle in un temibili ysipitto.
Un ysipitto all’acqua questa volta.


Un paesaggio riadattato dal mio occhio.

Un piccolo pezzo di carta, un po’ di acqua, acquerelli con un formato dal nome ridicolo2 e tanta voglia di fare qualcosa di bello. Incuranti del risultato. Alle volte nell’arte, intesa come manifestazione della propria volontà, il risultato è secondario3.


Acquerelli su cartoncino, 12×15 cm.


  1. Qualcosa tipo dei casolari e delle casupole, per intenderci. 
  2. Che razza di unità di misura o formato è il godet
  3. Ci sono però delle precisazioni da fare: è necessaria la consapevolezza dei propri limiti e dei propri intenti, il desiderio di creare qualcosa sicuramente perfettibile ma al meglio delle proprie capacità e l’urgenza creativa. Mi rendo conto che quest’ultimo punto è il piú opinabile e sicuramente il piú debole razionalmente, eppure ritengo sia l’elemento cardine di tutto il processo creativo, quello che dona, che può donare, dignità persino alla mia “arte”. 
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Novella ritegnosa

L’anno scorso ho parlato di un libro di un autore esordiente, Antonio Pilato, che analizzava differenti aspetti dell’animo umano in chiave weird.
Oggi scriverò qualche riga sulla sua ultima novella, Scienza Ritegno.


Scienza Ritegno

di Antonio Pilato

Un cane blu su copertina blu.

L’autore in questo nuovo libro abbandona, in parte, il racconto brevissimo, in favore del romanzo breve. Dico in parte perché la struttura del libro può essere divisa in almeno due blocchi strettamente collegati: la storia principale e la storia all’interno della storia.

Il protagonista del romanzo è un accanito lettore che, incuriosito dal tema della scopofobia1 sfoglia un misterioso libro trovato in biblioteca. Da questo momento in poi, la narrazione sfuma nel delirio onirico del protagonista che subisce i nefasti effetti della propria paura.

L’effetto straniante della scrittura può inizialmente sembrare ostica, ma ogni elemento che a prima vista sembra appesantire la lettura è in realtà funzionale alla storia: le ripetizioni dei nomi, dei luoghi e dei pensieri hanno uno scopo ben preciso: quello di far percepire la cappa di martellante assurdità che si abbatte sulla testa del povero protagonista, facendo provare al lettore quello che accade nelle pagine che si sta leggendo, e qui si potrebbe dire anche di piú se non ci fosse il rischio di rivelare dettagli che è meglio lasciare celati.

Azzardo paragoni importanti con alcuni mostri sacri del fantastico moderno: Borges e Kafka, per la natura della storia e per la sua stesura intricata, chiusa su sé stessa, avvolta e soffocante.

Un romanzo breve da leggere con i giusti tempi, prendendosi le pause per assimilare e riflettere su quanto letto e, sopratutto sentito. Una novella non per tutti, ma solo per chi ha il coraggio di avventurarsi in una storia cupa, senza speranza.


  1. La paura di attirare su di sé gli sguardi degli altri. 
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