Quante volte si discute dei vari tipi di personalità prendendo in considerazione aspetti inutili e scollegati quali la scrivania, il bagno, l’astuccio o la cucina?
In tutte le riviste specializzate1 ci sono sempre tests del genere. Dimmi di che colore scegli la tua scrivania ed io ti dirò se hai qualche nevrosi oppure se a detta di me, autore dell’articolo e completamente ignorante in tutto ciò di cui scrivo, sei un tipo a posto.
Avete presente?
Bene io non faccio queste cose perché onestamente non mi interessa per niente catalogare le persone o le cose secondo i criteri che ha scelto qualcun altro.
Ma tutto quanto scritto sopra non c’entra davvero con quello che volevo scrivere, infatti ho solo dato un po’ sfogo ad una vena polemica. Mi sia concesso di farlo almeno nel mio blog, o voi siete per caso di quelli che non concedono la polemica nei blog che leggete? Sappiate che vi disistimo allora.
L’altro giorno, con un utopico scambio di battute avuto con la persona da cui deriva l’aggettivo dell’ipertestuale collegamento, si è parlato del disordine. Del disordine dei miei lavori per la precisione. Non dei miei lavori quivi pubblicati che sono, loro malgrado, abbastanza ordinati, ma di tutto il materiale che ho adoprato negli anni o che non ho mai pubblicato. Mi si faceva notare che dovrei raggruppare tutto il mio lavoro da qualche parte e catalogarlo. Ma io in realtà questa cosa la faccio già. Raggruppo una parte del mio lavoro su un dispositivo mobile, un’altra su un sistema operativo, un’altra ancora su un altro sistema operativo (dello stesso computer però) e poi, per finire, su qualche altro portatile sparso in giro per il mondo.
Ma è tutto perfettamente catalogato come Immagini, Poesia, Blog, etc etc… sono ordinato ma sparso. L’ordine raggruppato mi fa pensare a qualcosa che sta per esplodere, che non sarà piú raggruppato da lí a poco; l’ordine sparso mi dà modo di simulare l’esplosione, allargarmi su altri pianeti e galassie e contenere la massa critica: non raggiungendo la massa critica prevengo l’esplosione2.
Certo, magari per trovare qualcosa devo aspettare di accendere il dispositivo giusto, oppure trovarmi nella giusta città o chiamare qualcuno, ma chi ordinato vuole apparire, un po’ ha da soffrire recita un vecchio adagio che non è il contrario di un giovane sfrenato3.
E voi? Che tipo di ordinatori siete voi?
Ditemi chi siete e vi dirò chi siete!
da me c’è ordine sparso in ogni dove: dal frigorifero alla borsa.
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Cosí deve essere!
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Io cerco di pensare prima a come voglio ordinare le cose e preparo gli spazi, fisici e virtuali, per accoglierle.
Visto che non mi piace fare due volte le stesse cose, se qualcosa fa saltare l’organizzazione, mi tengo il disordine e lo ordino cercando di ricordare dove stanno le cose.
A volte mi rompe, così riordino di nuovo, seguendo un ordine da kali yuga (età della depravazione, mi pare. Per me, disordine) a deva yuga (età degli dei, se il sanscrito mi sostiene. Per me, ordine) come nell’induismo, ma in scala, dato che non ci si riempie nemmeno 1/10 di kalpa, con l’aspettativa di vita umana.
Detto ciò, ora vorrei un test su rivista in cui, partendo dalle perversioni e nevrosi del lettore, si possa ricavare il colore ideale dei mobili.
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Tu cerchi di pensare prima a come vuoi ordinare le cose e prepari gli spazi, fisici e virtuali, per accoglierle.
Visto che non ti piace fare due volte le stesse cose, se qualcosa fa saltare l’organizzazione, ti tieni il disordine e lo ordini cercando di ricordare dove stanno le cose.
A volte ti rompe, così riordini di nuovo, seguendo un ordine da kali yuga (età della depravazione, ti pare. Per te, disordine) a deva yuga (età degli dei, se il sanscrito ti sostiene. Per te, ordine) come nell’induismo, ma in scala, dato che non ci si riempie nemmeno 1/10 di kalpa, con l’aspettativa di vita umana.
Intanto ti ho detto chi sei. Pensiamo al test del colore.
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Un’analisi acuta, non avrei saputo scrivere di meglio!
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Vero!
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Io butto tante cose, e tengo abbastanza in ordine tutto mio quello che salvo, sia per quanto riguarda le cose artistiche, sia per abiti e altro!
Negli anni ciò sta portando a meno creazioni/acquisti che prevedo già che poi butterò!
L’unico buco nero di cose selvagge sono alcune cartelle con scritti di word, perché non occupando spazio alcuni li ho ammassati!
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Ma sai dove trovare le cose in un modo o nell’altro?
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Perfettamente!
Tranne alcune che erano nel limbo se buttarle o no, e se ne cerco tra quelle una mi corrodo nel dubbio nel cercarla a volte invano °_°
Ma buttare alcune cose per sbaglio è parte del gioco, così come salvarne per sbaglio e dopo anni ridar loro valore!
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Io faccio fare alle cose di loro sponte.
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Ah
Si mettono anche a posto o buttano da sole?
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Si autogestiscono.
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