La maschera

Il ritmo ossessivo dei tamburi perforava i timpani di Davide. Solo, nel bosco, correva come se avesse il demonio alle spalle.
Lo aveva.
Il cuore martellava violento, sincronizzandosi con l’isterico rombo dei tamburi ricavati da persone ancora vive. Sapeva questo particolare perché lo aveva visto. Aveva visto quei corpi lacerati, scuoiati vivi che imploravano pietà, con il sangue agli occhi, senza denti, in catene.
Aveva visto i tamburi rimbombare, per un poco, non sapeva come, li aveva suonati anche lui. Qualcosa si era impossessato dei suoi pensieri, troppo poco per farlo perdere, abbastanza per condannare la sua anima.
Ed ora fuggiva, scappava dai demoni, scappava dai mostri che si lasciava alle spalle e trovava sempre davanti… ovunque corresse sentiva sempre la musica nell’aria, quell’orribile, alienante musica. Talmente brutta e straniante da diventare ipnotica, da non poterlo abbandonare piú nonostante tutti i suoi innumerevoli, vani tentativi.
Arrivato di fronte ad un albero si aggrappò al tronco e, sorridendo, iniziò a battere la fronte con violenza contro la corteccia. Sorridendo, sorridendo vedendo il sangue macchiare la pianta, sorridendo sentendo la pelle rompersi e la carne aprirsi.
Sorrideva. Ma la musica era ancora lí. I demoni erano ancora lí.
Lui era ancora lí.
Con uno scossone si rimise in movimento, forse se fosse riuscito a correre piú rapidamente, avrebbe potuto dimenticarsi, si sarebbe superato e cosí non l’avrebbero potuto raggiungere. Non aveva senso, lo sapeva. Niente aveva piú senso a questo punto. Il bosco era diventata una foresta, gli alberelli erano sequoie e la vegetazione lo rallentava. Incespicava su radici affioranti e ossa umane. Tibie e coste, teschi e femori, spolpati, puliti a morsi e con la lingua. Sentiva il sapore della carne cruda sulle labbra, sul palato, nello stomaco. Il pensiero lo faceva stare male, voleva vomitare ma non poteva fermarsi, non poteva arrendersi ora, non adesso che quell’orribile mostro con la faccia bianca ed il lungo naso adunco stava saltellandogli di fronte, con quella specie di radice secca in mano.
Davide non aveva mai visto nulla di piú ripugnante di quella radice. Era una specie di scettro di potere e malvagità. Era un’arma contro tutta l’umanità, un grilletto che attivava qualcosa nel cervello. L’interruttore che ora gli sporgeva dalla fronte, dove aveva colpito l’albero… pulsava, lo tastò con una mano e il mondo scomparve.
Dissolto nel nero riusciva finalmente a respirare, i battiti del cuore si erano calmati, la scarica adrenalinica si era esaurita, ma lui non si sentiva spossato.
Era calmo, sereno.
Poi vide un bagliore in lontananza, ci si diresse, mosso da un’innaturale curiosità. Era uno specchio. Liscio perfetto, sospeso nel nulla, in mezzo al nulla piú assoluto. In mezzo al niente.
Lo specchio e lui. Nient’altro.
Chiudendo gli occhi si posizionò di fronte a quella superficie riflettente per poi riaprirli all’improvviso.
La faccia mostruosa, bianca, con il naso adunco, oscenamente lungo, lo fissava dai suoi stessi occhi coperti dalla maschera.
Allora Davide urlò. Urlò tutto il suo dolore, Urlò tutta la sua paura, tutta la sua disperazione.
Urlò di gioia.
Urlò di nuovo di dolore quando, afferratosi la maschera con entrambi le mani se la staccò, portandosi via metà del volto.
Urlò disperato. Di gioia disperata quando capí che in mano reggeva la sua faccia, con la barba bionda e gli occhi azzurri, e sul suo volto c’era una maschera bianca, come di cartapesta con delle fessure per occhi ed un adunco naso troppo lungo per essere umano.
Continuò ad urlare mentre ballava, forsennato, godendosi la sua oscena malvagità, gioendo per il mostro che era diventato.
Che era sempre stato.

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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14 Responses to La maschera

  1. h_mbre ha detto:

    mi ha catturato

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  2. Figoso!

    è una valutazione critica che esprime apprezzamento generale per l’opera

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  3. Firstime In Boston ha detto:

    Sbaglio, o hai racconto un coinvolgente momento di ispirazione.
    .
    Molto apprezzato, e Davide sufficientemente ossessivo per i miei gusti!

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  4. mollymelone17 ha detto:

    Davide attraverso lo specchio. Alice gli fa un baffo. Bello, forte, arriva allo stomaco. In alcuni punti da di stomaco. Chapeau

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Fhtagn

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