Età

Raramente mi capita di guardarmi allo specchio per guardarmi e non per guardare cose ci sia alle mie spalle, almeno quando non mi pettino i baffi. Cosí, dato che in estate mi sbarbo per essere piú comodo al mare, mi sono rivisto bene bene allo specchio in questi giorni. Vorrei non averlo fatto perché nulla potrà cancellare dalla mia mente ciò che ho visto. Chiudere gli occhi e nascondersi non serve a niente, perché io so e sempre saprò. I segni della vecchiaia sono evidenti, evidentissimi. Peli bianchi sul mento, sulle guance, forse anche sui capelli dove non mi posso vedere. E già sento il peso degli occhiali dalla montatura troppo pesante per il mio fragile corpicino da anziano, occhiali che restano su solo perché incastrati nelle rughe.

Come se non bastasse oggi mi sono tagliato i capelli ed al parrucchiere per uomo gli ho chiesto un taglio “da vecchio”, lui prima ha riso, poi mi ha visto un po’ e si è messo a chiedermi come volessi la riga, dicendo che i peli bianchi non contavano molto. A taglio ultimato mi ha spiegato che ha preferito non fare una vera e propria riga per non accentuare un effetto. Effetto che non ha specificato, ma io so che è l’effetto dell’età in avanzo continuo. Lo so perché le mie dita battono sempre piú lentamente sulla tastiera del computer. Sento già i primi dolori articolari, l’ospizio mi aspetta, una lacrima da anziano cola lungo il solco impolverato del vecchio.

P.S.

C’era una digressione sulle dita che ho dovuto togliere perché l’articolo stava prendendo una piega “zozza” e mi sono ripromesso di non scrivere cose zozze finché non scrivo cose zozze.

Inoltre constatavo che la parola “invecchiamento” fa capire che ciò che invecchia è il mento.