Incomprensioni acustiche

Pochi minuti fa è accaduta una cosa che mi ha portato a svolgere alcune riflessioni.
Stavo al computer con la finestra aperta per smorzare il caldo e l’afa che regna in questa stanza quando un signore di una certa età ha urlato qualcosa mentre un cane abbaiava.
«Bietole, bietole!» ha urlato il signore, mentre il cane abbaiava.
Io ho pensato che il mercato ortofrutticolo stava avendo un’evoluzione regressiva, il caldo estivo spingeva gli esercenti a cercare i propri clienti per strada. Ma non al mercato in un banchetto fisso o con un furgoncino con tanto di megafono, bensí con una cassetta di legno legata al collo, alle otto di sera. L’evoluzione dei tempi!
Poi il signore ha urlato ancora ed allora ho capito che non vendeva bietole, chiamava invece il suo cane «Ettore». Mi rendo conto che a nulla serve cercare come giustificazione l’avanzata età del signore che magari ha problemi di pronuncia o i versi canini che sovrastavano ogni altro suono.
La verità, la riflessione che alla fine ho tratto, è che non sento bene come mi piace pensare e che non posso comprare una cassetta di bietole dal balcone.