La notte che emendammo Chrome

Quella notte era giorno. Io e Gintoki eravamo andati a Nuova Taipei con un intento ben preciso: emendare Chrome.
Nessuno aveva osato tanto, noi però eravamo i due fessoscopici che potevano farcela. Emendandola, saremmo diventati noi stessi issimi e la cosa bella è che nessuno avrebbe potuto dirci niente, perché l’avremmo fatto sí con il cesello, ma nessuno avrebbe potuto risalire a noi ufficialmente.
Gintoki era il piú turboelico tra i runner della filanda, anche se una serie di attacchi della società Talipète lo avevano costretto alle barricate dentro al televisore per quasi due anni, anche per questo doveva emendare Chrome. Avremmo fatto crollare tutti i nostri nemici, saremmo stati finalmente liberi. Dovevo solo penetrare nel Palazzo del Grisbí, sostituire il chip Gattamelata con l’Ippogrifo3001 giargianese, per cui avevamo un ICEBreaker preso da Al Testone una settimana prima.

Avevamo poco tempo, una volta dentro, dovevo uscire. E farlo prima che i radioisotopi tanto salutari per Chrome, mi friggessero le cervella. In effetti io e Gintoki correvamo lo stesso rischio: entrambi rischiavamo di ritrovarci il cervello fritto, o bronzato, anche se per motivi differenti. Gli ICE a difesa di Chrome erano killer, una mossa sbagliata e il “gattone” sarebbe stato fottuto. Lui sapeva di non poter sbagliare e sapeva che doveva interfacciarsi all’ora stabilita, sperando che io fossi riuscito nella mia operazione, consapevole che non ci sarebbe stato modo di tornare indietro.

Arrivato di fronte a quell’orrendo portone rococò, regolai le lenti dei miei occhi Strabuzov per riuscire a vedere le piú minime variazioni radioattive… come immaginavo, a sorvegliare l’ingresso, occultato dal sistema stealth della UBU Corp c’era addirittura Ganascino d’oro, un nanerottolo estremamente cattivo, con una mandibola robotizzata, in grado di strappare un braccio con un morso. Non potevo affrontarlo direttamente, mi avrebbe staccato la testa prima che riuscissi a dire BLET, dovevo usare l’unico colpo di pistola al granito su di lui, una volta dentro mi sarei arrangiato…

***

Ipnotizzato Alcibiade avevo finalmente la strada sgombera, e potevo scomparire nell’inquinamento che deprimeva tutto il continente, ma al diavolo tutto, anche se incredibile, l’avevamo emendata! Ce l’avevamo fatta!
Gintoki preferí non sapere per evitare di rischiare di rivelare qualcosa se fosse stato preso dalla gang dell’orologio ed altrettanto feci anch’io, saltai sul primo boiler volante, forse era una teiera gigante, e scappai nell’Orklakoma.
Ora è giunto il momento di incontrarci di nuovo, dobbiamo spartirci le “Galassie Essenziali” e le arachidi al pistacchio ma temo che non ci sarà un lieto fine come speravamo, Chrome, non l’ho detto a Gintoki, prima di emendarsi è riuscita a mandare un messaggio a Gubareo, sento già la grande carica su di noi… probabilmente non vedremo la fine di questo giorno stanotte ma, fanculo, saremo sempre quelli che emendarono Chrome!

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About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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33 Responses to La notte che emendammo Chrome

  1. virtuos@mente ha detto:

    UBU Corp: è la Evil Corp dei nostri tempi?

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Emenderete anche Crom? Perché Conan mi è sempre stato antipatico, vorrei vedere la sua faccia quando dovesse scoprire di non poter più dire “Per Crom!”

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  3. Gintoki ha detto:

    A corredo di tutto vorrei sottolineare come tutto ha avuto origine perché mi faceva una rabbia!

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  4. Pingback: La notte che emendai Ysingrinus e Gintoki – (b)ananartista® SBUFF

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