Visioni seriali

Io non avrei voluto, ma la contingenza mi obbliga a scriverne.
Negli ultimi tempi mi sono ritrovato a vedere dei telefilms, che ai giorni nostri si chiamano serie1 che mi hanno fatto pentire di avere occhi ed orecchie.
Serie che sembrano essere piaciute a tutto il mondo, osannate ed elogiate da tutti ma che si sono rivelate, disgraziatamente per me, delle atroci sofferenze.
Procedendo per ordine sparso, elencherò e commenterò le ultime visioni che mi hanno devastato l’anima.


La Casa di Carta
Un manipolo di criminali viene reclutato da un misterioso soggetto che si fa chiamare Il professore per fare il “colpo del secolo” alla Zecca di stato spagnola. Citando apertamente Tarantino, i personaggi avranno nomi di città e non dovranno sapere niente del prossimo per non rischiare di compromettere l’operazione in alcun modo.
Le fondamenta per una serie crime ci sono tutte, peccato però gli sceneggiatori inizino a scordarsi cosa succede nelle puntate precedenti dalla seconda puntata della prima stagione; i personaggi siano di cartapesta lacera e tutta la storia si spieghi con patetici deus ex machina: il professore, cervello del gruppo, dipinto come attento pianificatore, in realtà non fa che sbagliare tutto salvo dire poi che aveva pensato ogni cosa per ribaltare la situazione. Un tipo di scrittura scorretto ed insensato che non va bene neanche per un pubblico infantile, infanti che, per via di alcune scene di sesso ed allusione varie, potrebbero non vederla per censure tipicamente televisive.
Nella nota un po’ di punti assurdi che non scrivo direttamente per evitare “spoiler2 a chi è tanto temerario, o sprovveduto da vederla lo stesso.
Mi sono rifiutato di vedere la seconda stagione.


Hill House
Non sono sicuro del nome, ma tant’è, tanto non le metto neanche nei tags.
Premetto che inizialmente questa serie televisiva mi stava piacendo, sul webz avevo pure letto che Stephen King la lodava e cosí mi ero deciso, tutto contento per le conferme visive che stavo avendo.
La storia è semplice, classica, ma con potenzialità non da poco: una casa infestata comprata da una coppia di restauratori di case che vivono rivendendo case sistemate, manifesta tutto il suo potere nefasto sulla malcapitata famiglia, la madre muore ed i figli rimangono traumatizzati in vario modo, chi diventa tossicodipedente, chi rifiuta il tutto, etc etc.
Premetto che alcune idee, che metto tra le note come prima3, non sono male ma, mentre inizialmente l’ambientazione cupa e l’interpretazione degli attori, tra cui un bambino effettivamente molto bravo, riescono a cullarti nell’orrore e nella paura, col progredire delle vicende la storia diventa noiosa, mielosa quasi, con un finale semiaperto moraleggiante. La morale di per sé non è male, ma quando è stucchevole e spezza il ritmo terrorifico che aveva creato, allora qualche problema c’è.
Ennesima nota a margine: sempre sull’internets, ho letto che questa fictions è tratta da un libro, o una serie di essi, non faccio il critico e faccio del mio pressapochismo uno stendardo, molto diverso, con finale e storia piú avvincente e migliore. Ma questi giudizi posso lasciarli solo a chi lo ha letto e sa di cosa parla. Mi vengono in mente un po’ di persone che potrebbero averlo fatto, o volerlo fare ma non mi pronuncio per vedere se capiscono che parlo di loro.
In conclusione, peccato abbiano rovinato una buona idea con bel potenziale, se avessero deciso di dare un’impostazione differente agli ultimi episodi, ora questo telefilm non sarebbe in questa lista.


The Rain
Produzione danese. Motivo per il quale avrò molte frasi corte. Gelide. Taglienti. Adatto allo stile scandinavo.
Un’apocalisse virale stermina l’umanità. Solo i protagonisti e pochi altri sembrano sopravvivere. Una misteriosa industria farmaceutica sembra coinvolta in questa virosi, ma i protagonist, figli di uno scienziato al soldo dell’azienda, non ci possono credere.
Forte, a modo suo, il contrasto tra sopravsissuti rimasti umani e quelli che si sono adattati diventando bestiali.
Misteriosi cacciatori di sopravvissuti inseguono e perseguitano i protagoniti, quasi per partito preso.
In pratica la versione europea di The Walking Dead ma senza zombie. Zombie che in realtà sono assenti anche in TWD, ma non intendo parlare di quella porcheria ora. In ogni caso un rapido appunto alla nota tre da leggere solo se è già stato vista la serie o se non interessati a vederla4.
La noia è la vera nemica dello spettatore. La noia ed i protagonisti, in grado di farti passare la voglia di vivere. Che sia questo il vero potere del virus?


13
No questo è davvero troppo, non riesco a parlarne ora, e poi non l’ho vista neanche da pooc, però ho abilmente evitato la seconda stagione, anche se penso che in questa la protagonista resusciti e si suicidi di nuovo. Ma temo che questo punto a suo favore sia solo un mio sogno infranto, motivo per il quale mi cullo nella mia ignavia, lasciandovi comunque una nota per riflettere su questa porcheria5.


Potrei parlare di altra roba, tipo The OA ma veramente non ce la faccio, a tutto c’è un limite. Per ora. Magari in futuro, anche se spero di dimenticare presto tutto quanto.


  1. Non ho capito cosa ci sia di serio in queste serie, specialmente di quelle di cui voglio parlare. 
  2. Preciso che quando scrivo spoiler non intendo alettone, anche se effettivamente potrei voler parlare anche di alettoni, ma non è questo il punto. Da qui in avanti sconsiglio la lettura a chi non ha visto niente e intende però vedere.
    – Telefoni cellulari non rilevati dalla polizia che suonano quando vogliono;
    – Tunnel sotteranei costruiti sotto la Zecca senza che nessuno lo sappia (questo però lo voglio vedere come un omaggio alla Banda Bassotti);
    – Protagonista femminile che giura non avrà mai piú una relazione amorosa con un “collega” per recente dipartita del suo precedente amante che si innamora in 5 secondi di un ragazzino facendo casino senza senso;
    – Proibizione di sapere chi è chi ma nella storia c’è un amico fraterno del professore e due componenti della banda sono padre e figlio;
    – Assoluto divieto di far sapere al mondo fuori dalla Zecca chi è chi, per poter agire indisturbati una volta fatto il colpaccio, salvo prevedere che un po’ di persone scapperanno e quindi si saprà chi è chi: da notare che quando si scopre qualcuno sembra che caschi il mondo ma dopo nessuno fa una piega;
    – Offerta di un milione di euro agli ostaggi per collaborare. A persone che lavorano alla Zecca di stato. Gli stessi ostaggi che dicono che non hanno mai lavorato cosí bene: ovvero minacciati con armi e con turni di lavoro ininterrotti per giorni;
    – Unico sfasciacarrozze in tutta Madrid;
    – Componente della banda con rarissima malattia neurodegenerativa con tremori che nessuno nota in 5 mesi di convivenza forzata;
    Mi fermo qui ma in realtà è un continuo suesseguirsi di cazzate assurde buone per chi non ha mai letto una storia di Topolino. 
  3. Qualche parola prima di scrivere il contenuto della nota per dare il tempo a chi ha l’occhio veloce, e fuori controllo, di fermarsi prima del tempo casomai non volesse leggere niente di particolareggiato.
    L’idea in questione è il paradosso spaziotemporale, per cui ho un debole, concretizzato in una protagonista bambina che vede sé stessa impiccata senza sapere che è lei ma scoprendolo solo quando muore impiccata nella casa maledetta molti anni dopo. La casa maledetta stessa che modifica il suo aspetto, sia ipnotizzando chi ci entra, sia cambiando proprio forma, è un’altra bell’idea. 
  4. Poche fredde parole per introdurre e ammonire chi sta per leggere questa nota: a vostro rischio e pericolo.
    Al limite del fastidio le situazione à la TWD con i cannibali con tutti entusiasti meno il capogruppo. Ovviamente finché non mangiano una persona. Stucchevole la soluzione smielata di questo capitolo. Ampiamente oltre il fastidio, invece, il ragazzino latore del virus, contagiatore e soluzione di ogni problema. Il cliché del capo dell’azienda che contagia apposta tutti per far vedere le potenzialità della sua arma batteriologica essendo appunto un cliché è abbastanza scontato e noioso.
    Una curiosità: una protagonista ha un apparecchio, mai modifcato per sei anni. Questo è plausibile o dovrebbe avere dei discreti problemi? 
  5. Niente grandi rivelazioni o chissà quale altra cosa, solo un appunto, appunto: l’intento potrebbe essere lodevole e sicuramente è importante parlare di bullismo e sensibilizzare, educare, i piú ed i meno giovani, ai sentimenti e all’empatia. Però questo lavoro va fatto chiaramente, non lasciando intendere che è tutta un’esagerazione della ragazzina protagonista, non colpevolizzando chi le è stato vicino ed è stato allontanato senza motivo (voglio ricordare che il protagonista si chiama Argilla e non è un soprannome), e non mescolando uno stupro con altro. Il tema è serio e trattarlo in maniera tanto leggera non è assolutamente una cosa giusta da fare, cosí facendo il messaggio è rovinato e non solo si è persa un’opportunità per raccontare una storia drammatica adatta agli adolescenti, motivo per il quale io continuo a consigliare lettura e visione di Carrie, ma si è proprio creata una pericolsa confusione, rendendo piú difficile capire i cambiamenti che i giovani, e la loro società, vive nell’adolescenza. 

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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56 Responses to Visioni seriali

  1. Sara Provasi ha detto:

    Non toccare OA, l’ho adorato! :D
    A parte ciò, ho visto una sola puntata della casa di carta e lì ho concluso, non mi diceva niente… e 13 ormai lo vedo solo perché è troppo orribile, devo vedere dove va a parare! Non ho mai empatizzato poco con un personaggio come ho fatto con Hannah °°
    Le altre due mi ispiravano a metà e non le ho viste mai, e non mi hai invogliato a farlo!
    Invece ti consiglio Dark se non l’hai vista, è davvero bellissima *
    *

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  2. Gintoki ha detto:

    La casa di carta è indubbiamente, nel suo svolgimento, un omaggio alla Banda Bassotti ma più in generale al fantonismo perché nella assurdità delle sue scelte di sceneggiatura si colgono molteplici strizzate d’occhio a un niente costruttivo. È un omaggio ahimè poco riuscito in quanto i personaggi di carne si rivelano, come ben sottolinei, di carta, mentre nelle storie di Fanton i personaggi di carta si rivelano più di carne che di quelli di carne. Concludo dicendo quindi che La casa di carta si rivela un niente costruito (e non costruttivo).

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  3. Non so se le avrei viste, non avendone sentito parlare, ma ora che ne ho sentito abbastanza eviterò di vederle. Cioè non le vedrò comunque, ma per il motivo giusto. Grazie.

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  4. assistente42 ha detto:

    OA trovo che sia lammerda allo stato puro ed ESIGO che tu ne scriva.

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  5. Pingback: Ripetizioni mortali | Discussioni concentriche

  6. gianni ha detto:

    Ma non è che in quegli anni guardavi troppa TV?

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Fhtagn

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