Di firme e di nasi, ovvero del futuro

Chi mi segue da tanto tempo ha già sicuramente compreso di cosa sto per parlare, tutti gli altri invece dovranno leggere!
La tecnologia1 si muove dentro le nostre vite che noi lo vogliamo o no, in modi sempre piú stupefacenti ma non sempre con risultati altrettanto validi, purtroppo.
Un esempio lampante che chiunque può aver osservato riguarda il rutilante mondo degli spedizionieri e dei postini. Infatti quando un pacco, o una raccomandata viene consegnata, è necessario firmare per garantire l’avvenuta consegna. Solo che una volta, io me lo ricordo ancora, si firmavano pezzi di carta con penne a inchiostro. Poi queste firme venivano conservate, magari ne venivano fatte delle copie per ogni caso, insomma occupavano spazio negli uffici, si potevano perdere e cosí via.
Adesso si fa una firma su un apparecchio digitale, usando il dito oppure una penna. Il risparmio di spazio è innegabile e la facilità nel ritrovare le firme passate è impagabile, per quanto anche l’informatica abbia i suoi problemi, hards disks corrotti o viruses informatici possono mettere in crisi i piú sprovveduti tra gli sprovveduti2. Il problema reale è la firma stessa. Ignobili scarabocchi che fanno impallidire gli ignobili scarabocchi che noi siamo abituati a definire firme o sigle.
Prendiamo una cosa scritta volutamente male3, una sigla, e la peggioriamo ulteriormente.
Quando gli archeologi del futuro troveranno i nostri tablets, dopo averli datati col Carbonio144 cercheranno di comprendere la nostra scrittura. Confronteranno i testi, stampati o digitali, troveranno le scansioni o i reperti cartacei della scrittura normale. Troveranno i nostri quaderni delle elementari e poi le confronteranno con queste firme. Ed è in questo contesto che si faranno l’idea che per firmare l’avvenuta consegna di un pacco noi dovevamo infilarci una penna nel naso e starnutire.
Forse cercheranno misteriosi culti delle froge, oppure una complicata cerimonia in cui, per deferenza, ci si inchina e si firma con la penna ben infilata nel naso, con lo scambio di starnuti per sigillare l’eterna, reciproca, fiducia e stima.


Devo fare un appunto. L’articolo doveva essere migliore, piú divertente e sagace, poi mi sono distratto, ho fatto altro e ho scritto questo che dovevo scrivere con circa un mese di ritardo. Non so provateci voi a fare qualcosa di meglio con tutti questi intoppi!


Un ulteriore appunto: pensate agli archeologi di ieri o di oggi che scavano e trovano ossa, ceramiche, terrecotte, arazzi, chiodi, bambole, dadi; e poi pensate agli archeologi di domani che troveranno schermi lcd incrinati, inutili covers di plastica, cavatappi aerodinamici e bacchette di plastica.
Immagino il dolore che seguirà l’euforia alla scoperta dell’emoji della montagnetta di riso.
Non vorrei mai essere nei loro panni e, per fortuna, non ci sarò.


  1. Dovrei scrivere un articolo per spiegare cosa voglia dire davvero questa parola ma non credo ve lo meritiate. 
  2. Sono sicuro che se chiedessi se c’è uno sprovveduto in sala, almeno uno di voi alzerebbe la mano5 
  3. Ciò che si impara nei primissimi anni di scuola cerchiamo di dimenticarlo per crescere. Infatti si dice che le persone hanno una scrittura infantile quando ovviamente stanno solo scrivendo bene, rispettando le proporzioni, gli occhielli e le aste ascendenti e discendenti. 
  4. Facciamo che chiunque abbia bisogno di sapere cosa sia o non abbia un’idea generale del funzionamento di tale isotopo può smettere di seguirmi o fare finta di sapere di cosa si stia parlando. 
  5. Inutile riferimento che non andrò a commentare ulteriormente. 

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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82 Responses to Di firme e di nasi, ovvero del futuro

  1. cazzeggiodatiffany ha detto:

    🤣🤣🤣🤣🤣mamma mia non ci avevo mai pensato! Consiglierei alle generazioni future di evitare quel mestiere😆

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  2. Zorapide ha detto:

    Gerglifici Moderni, per Grafologi futuri.

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  3. Gintoki ha detto:

    Io spero che gli archeologi del futuro sappiano riscrivere il passato. Magari nello stesso modo in cui io sto scrivendo adesso, starnutendo sulla tastiera.

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  4. Io temo che gli archeologi del futuro si innamoreranno dei nostri tempi perduti in cui il massimo dell’invasività dei socials era l’analisi automatica dei posts a contenuto potenzialmente suicida. Nel futuro sarà impossibile anche suicidarsi per fastidio verso il futuro. A questo punto mi chiedo se questa piattaforma elabori la gradazione del potenziale suicida dei commenti, perché in un commento così c’è parecchio potenziale per un inopportuno algoritmo intelligente.

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    • ysingrinus ha detto:

      Gli algoritmi inopportuni sono la base della nostra società smarts. Ci muoviamo e regiamo in risposta ad erronei calcoli compiuti da elaboratori elettronici erroneamente progettati ed erroneamente programmati.
      Siamo un errore nell’errore nell’errore nell’errore. E non riusciamo ad essere nel giusto nonostante tutti questi errori: impossibile che il futuro non ci ami!

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  5. giomag59 ha detto:

    Eravamo rimasti agli uomini col pene bifido, se aggiungiamo anche le froge pensili questi poveri archeologi del futuro impazziranno!

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  6. Conte Gracula ha detto:

    Considerando che in futuro il mondo sarà dominato dalle mantidi, che hanno problemi a impugnare una penna – dato che hanno le falci e non i pugni – probabilmente non si scomporranno troppo nel trovare orribili parodie di arabeschi sulle ricevute.
    Magari, la prossima volta che invaderanno la voliera dal futuro, si esprimeranno in merito, chissà…

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  7. Tati ha detto:

    Poveretti…

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  8. Sara Provasi ha detto:

    Ma allora non è vero che non è un periodo creativo! :D
    Anch’io ci penso spesso a come saranno le rovine della nostra era °-°

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  9. ivano f ha detto:

    Il presente è un mistero

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  10. gianni ha detto:

    Il sogno di ogni archeologo: trovare una bella cabina del telefono tra 2500 anni, e ipotizzare a cosa potesse servire… ad adorare il dio Telefono ? E Radio Taxi era sua moglie? Perché ne appendevano il nome all’interno?

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Fhtagn

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