Il quinto – Piscio

Oggi, giorno in cui terminiamo la nostra avventura in una data altamente simbolica, commemoriamo l’imperatore Costantino II che decretò la chiusura di tutti i templi pagani nell’Impero Romano.
Il nostro animo è molto controverso in merito. Edo mi ha scritto, straordinariamente in un giorno in cui non scrive, per comunicarmi il suo lutto. Lutto per la fine della storia, lutto per l’inizio di una nuova era.
Mi ha chiesto di consigliare a tutti, a proposito, l’alternanza della lettura di Casa di bambola e di Un cavaliere per Anne.
Che vi devo dire? Fatelo, dopo aver letto tutto quanto però1.


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Il quinto – Piscio

I cespugli di rovi attutirono l’impatto. Attraversai rami che mi frustarono e mi tagliarono.
Potevo soltanto scappare, strisciare nell’uliveto, cercare il punto più caldo di tutto il campo e sperare di evacuare i liquidi ritenuti. Forse Lucia o un qualunque passante sarebbero venuti in mio soccorso. Avrebbero pensato ad un incidente, mi avrebbero tratto in salvo.
Lentamente strisciai sulla terra arroventata, con le ombre che sia allungavano. Respiravo la polvere che aderiva al mio corpo bagnato da escreti ed umori. Come uno scinco tracciavo un solco nella sabbia risalendo la collina. Escoriandomi il petto, le braccia e il viso, avanzavo sui cocci di vetro che la strana famiglia aveva disseminato per tutta la piantagione. Come una bestia mi adattavo alla linea che percorrevo, sospinto dal solo istinto. Ad ogni bracciata perdevo un pensiero, ad ogni pensiero dissolto il mio corpo rigenerava una cellula. Come una crisalide maturavo nella crosta di sabbia che si asciugava sulle mie membra.
Il sole sfiorava l’orizzonte quando raggiunsi la sommità del monte. Al centro della radura si trovava la pozza dell’acqua piovana. Scrollai gli arti e li picchiai sul terreno. Mi liberai dell’involucro disseccato che mi avvolgeva come un’armatura articolata. Placche scurite mi caddero di dosso. Mi sollevai su gambe salde, sentii la fica penetrata dal fresco della sera. Le ultime parole che sentii nel cervello furono quelle di Lucia che rimproverava suo nonno: “perché non mi hai aspettata?”, poi nulla più.


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Edo, Manni ed io vi porgiamo un saluto ed un giglio blu e vi invitiamo ad addentrarvi nelle nostre prossime avventure. A presto per nuove emozioni!
Inoltre noi vi abbiamo proposto una chiave di lettura profonda ed affidabile, ma vi invitiamo a rimescolare le carte in tavola e a provare a rileggere il racconto seguendo un ordine diverso di capitoli. Al contrario, a salti, come piú vi viene meglio. Vedrete, vedrete, non ne resterete delusi!


  1. Di seguito i links per i meno preparati. , II, 3, quattro

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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39 Responses to Il quinto – Piscio

  1. Liza ha detto:

    Wow…

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  2. giomag59 ha detto:

    E’ uscito come una crisalide dal bozzolo del nonno? E’ riuscito poi a pisciare?

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  3. Zeus ha detto:

    Eccoli i termini da intenditori: scinco ed escreti.
    Qua si vede chi sa e chi non sa… tu sai. E si sa.

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  4. Sara Provasi ha detto:

    Ho letto mangiando prosciutto e paté di olive, non è stata una buona idea, specialmente sapendo a cosa sarei andata incontro :D
    Sono andata a cercare cos’è lo scinco, che carino!
    Aspetto i nuovi racconti!
    Non ho capito se è morto o no, ma ci rifletterò su, se non è chiaro ci sarà un motivo °-°

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  5. Mi piace il tuo modo di scrivere 😉

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  6. Judith ha detto:

    Wao, bravissimi! Mi piace molto l’innagine della crisalide, del liberarsi Della vecchia pelle.. in generale ho tante idee è confuse per l’interpretazione.. ma suppongo che così dovrebbe essere…

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  7. Pingback: Il piscio – Illustrazione | Discussioni concentriche

  8. Conte Gracula ha detto:

    A me piace pensare che sia riuscito a liberarsi dell’urina, ne ha passate così tante…

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Fhtagn

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