Le mie confessioni; undicesima parte

La seconda tragica parte del mio viaggio in Lombardia.
Tragica lo è per davvero, come potrete leggere voi stessi…

La mia relazione con Fausto procedeva serenamente, avevo rinunciato alla carne ed ero riuscito a mettermi in forma. Non mi ero mai sentito cosí energico e pieno di vita, avevo voglia di fare e facevo quello che avevo voglia di fare. Mi sono dedicato alla fotografia ed alla glottologia con risultati, a mio dire, interessanti.
Purtroppo tutti questi studi ed esperimenti sono andati perduti perché, tanto il fastidio ed il dolore collegato a questi momenti che credevo felici che non ho potuto conservare nulla. Liberarmi di quello che ho fatto è stato molto catartico, dovevo farlo e l’ho fatto.
Comunque, ormai mi ero convinto che l’assenza di carne e l’omofilia fossero finalmente la strada per la felicità, mi sentivo completo, finalmente. Preso da impulso teleologico ero arrivato a credere che il pessimo comportamento di Clara e Sonja, era stato propedeutico: avevo ormai acquisito una discreta esperienza nel sesso anale e oramai non mi preoccupavo piú della mia verginità ancora non perduta.
Tutto andava per il meglio, stavo pensando di trasferirmi, veramente, era come ai tempi delle due ragazze precedenti ma con maggiore comprensione e partecipazione: nessuna mi stava prendendo in giro questa volta, era un rapporto omosessuale sincero.
La verità dopo tanta menzogna, cosa potevo chiedere di piú?
Io non potevo chiedere di piú, ma a quanto pare Fausto sí. Fausto non sembrava felice come lo ero io. Sembrava non fosse appagato.
Infatti un giorno, Fausto era uscito per fare delle commissioni, io stavo facendo i miei quotidiani esercizi di biodanza nella tutina della palestra, quando suonano alla porta. Non al citofono, direttamente alla porta, forse era un vicino di casa. Magari qualcuno che si lamentava per gli esercizi fatti con i geta, quei sandali di legno tipicamente giapponesi ed innaturalmente scomodi ma essenziali per la biodanza; in effetti quando mangiavo la carne mi davano molto fastidio i pestoni sul pavimento dei piani superiori.
Cosí, sfilando i geta per sicurezza, sono andato alla porta, ho aperto e mi sono trovato davanti Umberto Smaila!
Sulle prime sono sbiancato, poi ho pensato che probabilmente era un sosia, difatti mi ha stretto la mano presentandosi come Gastone, amico di Fausto.
Incredulo l’ho fatto accomodare, mentre mi infilavo un paio di scarpe da ginnastica normali. Ricordo molto bene quei momenti perché sono stati significativi. Le prime crepe si sono aperte proprio in quel momento.
In poche parole Gastone mi disse che Fausto avrebbe voluto provare qualcosa di piú, voleva esperire una relazione sentimental-sessuale a tre. Mi disse che io ero d’accordo, che avrei voluto provare anche io qualcosa di nuovo ed allora dato che loro erano grandi amici…
Paonazzo in volto mi sono alzato e sono scappato via, lasciando Gastone, o Smaila, seduto sul sofà da solo, lasciando tutto cosí com’era, senza voltarmi indietro. Quella è stata la prima ed unica volta che ho visto Gastone.
Per calmarmi andai al bar centrale di Rho, quello con quei vetri a specchio e quel bancone futurista, con le scimmie istoriate sopra. Ordinai un frappè vegano alla cicoria e zucchine e, meditabondo, bevvi quel disgustoso intruglio. Tutto ad un tratto la dieta vegan mi faceva giustamente cacare, mi sembrava tutta un’orribile, disperata, truffa. Una bugia senza fine in grado di circuire le menti piú deboli e sofferenti, un tremendo inganno.
Di colpo venni scosso da un tremito. Un orrendo sospetto mi aveva attanagliato il cuore, a rotta di collo mi precipitai a casa, per fortuna ero molto allenato in quel periodo, arrivato davanti alla porta, presi un respirone e la aprii piano. Avevo paura di vedere, paura di scoprire. Fausto era sotto la doccia. In tutte queste settimane non l’avevo mai visto lavarsi, anche se era sempre molto pulito, cosí mi avvicinai in punta di piedi, la porta del bagno era aperta, mi avvicinai ancora e…
BLET-BLET!
Fausto aveva la fica! Non era un uomo! Di colpo tutto il mio castello di speranze e felicità si rivelava un castello di illusioni.
Lo chiamai. La chiamai, non ricordo bene come l’apostrofai. Lei, lui, si spaventò e cercò di coprirsi i genitali con le mani, ma tanto ormai avevo visto tutto. Anche quelle mammelle piccole ma chiaramente femminili.
Cercando di calmarmi le chiesi di vestirsi e di venire a parlarmi. Intanto sentivo che quella ridicola tuta in spandex mi dava sempre piú fastidio, oltre a farmi apparire ridicolo, cosí il tempo di cercare i miei vestiti di sempre, Fausto era pronta a parlarmi.
Il suo nome in verità era Ganimeda, giuro, Ganimeda!, era andata a cambiarlo all’anagrafe cosí, perché il suo Gaetana non le piaceva molto. Non le avevano fatto cambiare nome in Fausto, cosí aveva cercato un richiamo classicistico per poi adottare Fausto come nome d’arte.
Era ossessionata dalla teoria gender, tanto da arrivare al punto di circuire gli ignari avventori del suo corso facendosi passare per un uomo gay.
Ironicamente, dopo tanto sesso, eterosessuale anche se lo ignoravo, ero ancora vergine. Difatti, non avendole penetrato la vagina, non potevo paragonare il sesso anale che avevo praticato con lei a quello di due uomini omosessuali.
Carico di rabbia e frustrazione raccolsi tutte le mie cose mentre Ganimeda iniziava ad arrabbiarsi dandomi dell’eterosessuale codardo, facendomi notare che eravamo stati bene, che mi aveva insegnato a vivere… ricordo che vomitai quell’orribile frappè vegano, sentendo quegli strepiti. Vomitai su quegli infernali geta, come segno di inconsapevole ribellione, credo.
Mi ero innamorato di un uomo perché era una donna. Con le lacrime in gola presi il primo treno per Gela cercando di dimenticare quello che mi è successo, ed ora eccomi qui, a scrivere la mia triste storia, sperando di emendarmi.
L’ennesima delusione, l’ennesimo raggiro del genere femminile nei miei confronti.
Cosa ho fatto di male?

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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79 Responses to Le mie confessioni; undicesima parte

  1. Gintoki ha detto:

    Una storia tristissima. Sob!

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  2. Zeus ha detto:

    Tu pensavi di trovare il banano e hai visto la patata. Una cosa che può creare difficoltà nell’emotività e nello sviluppo sentimentale di una persona come te.

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  3. Presa Blu ha detto:

    D’altronde se da uno che si chiama Fausto non te l’aspetti, da una che si chiama Ganimeda sì…povero Ysi!

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  4. Liza ha detto:

    Azz so’ traumi pero’ 😨😨😨

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  5. Purtroppo sei finito ancora una volta tra le grinfie di una stronza. Non le sarà stato difficile ingannarti mentre eri così preso, le sue richieste di riservatezz e di farli al buio ti saranno sembrate timidezza… che schifo

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  6. silviatico ha detto:

    Che peccato! Ed io che stavo convincendomi che tu avessi trovato finalmente l’eden………..

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  7. Annika ha detto:

    Mi spiace davvero per la non sincerità di Fausto. Avrebbe dovuto dirtelo subito e non nascondersi, per evitare storie del genere. Magari non odiarlo però, chissà quanto male sta. Ciò non toglie che sia nel torto.

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  8. Conte Gracula ha detto:

    La tua vita, come appare nelle tue confessioni, sembra un film di quelli incasinatissimi O.o

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  9. Affy ha detto:

    Mentre cresceva in modo spontaneo la sensazione che fosse arrivato il momento di dare una scossa tellurica al tuo modo di pensare grazie a nuove opportunità come la biodanza che accumula energia per poterla usare all’occorrenza e a quel diverso aprirsi verso orizzonti che inglobano sinergie con attivi e passivi sostenitori tutto è finito in una trasgressiva trappola.
    Raccontare è sdrammatizzare però.
    Al bar centrale di Rho, quello con quei vetri a specchio e quel bancone futurista, con le scimmie istoriate sopra non avresti dovuto consumare un frappè vegano alla cicoria e zucchine.
    Hai forse dimenticato il buon succo d’ananas con un pizzico di sale?

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  10. Cose da V ha detto:

    Spero ci sia una terza parte! Sono cattiva se dico che questa tua disavventura mi ha appassionata? : D Per me sei l’eroe del giorno, comunque. Un po’ “sfigato”, ma comunque eroe!

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  11. Johira ha detto:

    Non voglio crederci!!! Cioè davvero, sembra un racconto surreale! Mi dispiace davvero per te.

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  12. giomag59 ha detto:

    Ah, ah, la tutina però dovevi tenerla! Non si sa mai!

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  13. gianni ha detto:

    Temo di essere rimasto un attimo indietro col tuo blog… beh in realtà indietro con almeno altre 12.000 cose… Recupererò, recupererò…

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  14. Paolo ha detto:

    Ysi, sei fantastico. L’ambientazione rodhense, poi, il bar del centro… Sublime!

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Fhtagn

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