Le mie confessioni; decima parte

Ormai si sa che quando ho dei lunghi periodi d’assenze è perché mi è accaduto qualcosa che fatica a raccontare.
In questo caso poi, c’è stata anche una lunga distanza da casa e la testa, nel periodo di cui sto per raccontare, era proprio tra le nuvole.
Ovviamente, come accade sempre nella vita, tanto si è leggeri tanto si diventerà pesanti quando si cadrà.
Questo capitolo della mia vita è in realtà diviso in due parti, un po’ per il naturale pudore che sto cercando di superare, un po’ per enfatizzare le sensazioni che ho provato in questo periodo.
Prima di giudicarmi vi prego di pensarmi un giovane ragazzo in cerca della felicità.

Un mese e mezzo fa, circa, sono stato, per motivi di viaggio, a Milano. Non c’ero mai stato prima e devo ammettere che il capoluogo meneghino a Gennaio è piú soleggiato e luminoso di tutta la Toscana in quello stesso periodo.
Tra una pausa e l’altra dei miei impegni di viaggio, passeggiavo per la periferia centrale di Milano, guardando le vetrine dei negozi, non notando, un altro luogo comune sfatato, una grande differenza tra quelle vetrine e quelle di Potenza. Camminavo per le vie ed i vicoli, dicevo, quando sulla vetrina di una palestra vedo quei fogli pubblicitari che vorrebbero essere piccoli manifesti ma che anche i proprietari della palestra si rendono conto che già è tanto se vengono affissi sui vetri della propria palestra, in cui reclamizzavano due attivitià a mio dire molto interessanti: “teatroterapia” e “biodanza“.
La palestra, cui non avrei dato due centesimi era invece molto moderna ed accogliente, purtroppo però i corsi non li tenevano lí ma a Rho, la città col nome misteriosamente pronunciabile, cosí quando per motivi di viaggio mi sono dovuto recare proprio a Rho, mi si è aperto un mondo!
Ci sono delle volte in cui accadono delle cose che senza che te ne accorgi sembra che il destino voglia proprio farti fare quelle cose che accadono quelle volte senza che te ne accorgi.
Arrivato a Rho, sceso alla stazione centrale, ho visto che non doveva esserci molta differenza da Milano, sono giunto alla conclusione che tutte le città lombarde siano identiche. Niente mi potrà togliere dalla mente quest’idea, mi dispiace ma è cosí.
Comunque vado in quest’altra palestra, a cinque minuti a piedi dalla stazione e trovo un ambiente completamente diverso da quello che avevo visto a Milano. Il posto era sí pulito, ma angusto e poco illuminato, sembrava di essere in uno di quei piccoli locali dove fanno cabaret con i camerieri con la sigaretta accesa che servono alcolici scadenti a solitari avventori e prostiute. Ma non in quel posto. Quel piccolo buco era in realtà un tempio della salute, in qualche modo me ne ero già reso conto anche se non avevo visto nulla. All’improvviso si è acceso un faro, uno di quelli che chiamano “occhio di bue”, credo. E due anziane signore molto grasse si sono messe a recitare qualcosa in occitano, credo, rotolando aggraziate su questo palco improvvisato che poi ho scoperto essere un tatami. Stavo assistendo ad un incontro di teatroterapia; ero a Rho da dieci minuti circa e già ero immerso nel benessere!
L’esercizio è durato venti minuti ma per me erano passati una manciata di secondi tanto ero assorbito da quello spettacolo.
Talmente assorbito che non mi ero accorto che mi si era avvicinato un ometto piccolino, incredibilmente me lo trovavo praticamente addosso senza che me ne rendessi conto.
Mi sorrise con gli occhi, prima che con le labbra e mi resi conto che anche io gli stavo sorridendo. Si chiamava Fausto, era il conduttore di quei corsi, in realtà lui era diplomato in “Biodanza”, una disciplina moderna che unisce la cultura dei nostri antenati alle piú recenti scoperte neuromotorie. In poche parole vedendomi un po’ sciupato pensa che il corso di biodanza possa fare per me. Mi spiega che una dieta sana ed equilibrata è fondamentale quasi quanto agli esercizi che servono a sciogliere la linfa ed incanalare le energie.
Mi invita a pranzo, in un ristorante vegano chiamato per qualche motivo “Il lungomare”. Sulle prime ero titubante, ma poi sono rimasto colpito dalla bontà di quei piatti. In realtà se Fausto non avesse tanto insistito con quei suoi occhi color nocciola e quelle spalle cosí dolci, difficilmente avrei assaggiato anche solo una forchettata di tofu al seitan di patate grigliate nel finocchio. Forse ora non mangerei piú quella roba, ma sul momento mi sembrava la cosa piú buona del mondo.
Finito il pranzo mi ha portato in palestra, dove abbiamo fatto il primo esercizio di biodanza. Incredibile come volteggiasse nella sua attillata tuta in spandex ed ancora piú incredibile come tutto mi sembrasse cosí perfetto.
Per due settimane ho smesso di pensare a qualsiasi cosa, ho disdetto gli affari con i palazzinari croati che avevo tra le mani e non ho piú mangiato carne o derivati animali per due settimane.
Avevo Fausto e la biodanza e questo mi bastava.
Non ero mai stato meglio. Finalmente avevo capito che per aprire i chackra dell’emolisi extravascolare dovevo soltanto mangiare sano, biologico e non animale.
Fausto mi aveva conquistato in un mezzo pomeriggio.
L’ostacolo del sesso, abituato alle avventure che ho avuto in precedenza con Clara e Sonja il coito anale non è si è rivelato un problema per me, anzi, sapevo già bene cosa dovevo fare e come.
Mi sentivo felice. Mi sentivo appagato fino a che…

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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86 Responses to Le mie confessioni; decima parte

  1. Gintoki ha detto:

    A volte gli incontri migliori sono quelli inaspettati, inaspettatamente a Rho che inaspettatamente è uguale a tutte le altre città lombarde.

    Per biodanza confesso avevo pensato a una danza con 0 (zero) emissioni di CO2.

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  2. silviatico ha detto:

    La danza delle spugne?…

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  3. rachelgazometro ha detto:

    Vegano per due settimane, ti stiamo perdendo? Torna tra noi onnivori daje!

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  4. giomag59 ha detto:

    A Rho praticano la biodanza a tutti quelli che arrivano, un pò come Sodoma e Gomorra messe insieme. Non potevi saperlo perché chi c’è già passato non lo racconta volentieri. Se avessi chiesto…

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  5. Zeus ha detto:

    Come disse il saggio:

    Se una mattina ti svegli e grattandoti le palle ne senti quattro, stai attento!, il nemico è alle spalle.

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  6. Presa Blu ha detto:

    Fino a che? C’è un prosieguo ovviamente…

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  7. colpoditacco ha detto:

    Ammetto che mi mancavano le tue confessioni… e mi fa piacere di tutte le tue nuove scoperte :D

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  8. Sembra proprio che il fato ti spinga verso il lato b della vita e tu hai finalmente perduto il rimpianto di non avere perso la verginità. La maturità che hai raggiunto ti fa considerare inezie le mancanze delle tue relazioni precedenti e fa dissolvete le insensate barriere di genere. Spero che questa bella storia abbia un lieto fine, te lo meritetesti.
    Intanto un plauso per l’affresco di Milano che penetra ben più a fondo dello sguardo del turista, hai davvero saputo cogliere l’essenza di una città che non ha niente da invidiare a Piacenza.

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  9. Annika ha detto:

    Voglio proprio vedere come finisce!

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  10. Cose da V ha detto:

    Ommioddio :( Anche io sono mezza finita in un circolo di stranezze… Ho guardato due video di yoga e un sacco di video di ricette vegetariane. E altre cose peggiori. Tuttavia non ho abbandonato la carne, quindi non sono scesa al tuo livello! Ho paura per il continuo della storia… Ho paurissima!!!

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  11. TADS ha detto:

    ciao ragazzo, tutto ok?

    mi piace molto il concetto di “periferia centrale” ;)

    bella penna, complimenti

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  12. Pingback: Le mie confessioni; dodicesima parte | Discussioni concentriche

Fhtagn

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