Kavvingrinus – Cose da V

Infanzia ad oggi: letture piú o meno significative. Questo il titolo della lettera che Cose da V1 ha mandato per partecipare al “Kavvingrinus”. Titolo che riassume in mezza riga il concetto stesso del gioco.
Ne approfitto per ricordare che Kavvingrinus è un finto gioco. Non c’è una vera competizione e non ci sono di conseguenza vincitori o vinti. Almeno tra i lettori. Nessuno dei partecipanti potrà vincere ma soprattuto perdere. Al massimo saremo noi tre, dietro a questo gioco, che potremo chiedere a quello con le storie piú tristi di chiudere e di spargersi il capo di cenere da qui sino alla fine dei giorni2.
Detto questo, non prettamente inerente alla lettera ricevuta, V, per abbreviare Cose da V uso la V perché piú semplice e dire qualcosa come «Cose» o «da» mi suona male, proseguo analizzando la lettera stessa3 che inizia con una citazione piú che appropriata!

«Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.» (J.D. Salinger).

Ho l’impressione di averlo letto da qualche parte ultimamente, l’idea di apprezzare cosí tanto un libro da voler essere amico dell’autore. O forse l’ho sentito alla radio. In caso fatemi sapere dove ho visto o sentito quest’idea nell’ultima manciata di giorni.

Ecco qui alcuni di quei libri.

Piccole donne (Louisa M. Alcott): prima elementare, mia zia si presenta a casa mia con sto libro e io mi chiedo: e mò chi glielo dice a questa che io leggo solo i Piccoli Brividi? Fingo quindi di leggerlo, mia madre si vanta con parenti e amiche di quanto io sia una lettrice precoce e la maestra dice ai miei compagni di prendere esempio da me, che questi sì che sono libri da leggere. Io non smentisco e leggo quel libro solo qualche anno dopo. Mi taglio pure i capelli come la ribelle Jo (una delle protagoniste), solo che mi stanno di merda e so che quel taglio osceno è la giusta punizione per aver mentito anni prima.

Piccole donne funesta ed allieta l’infanzia di praticamente tutti i lettori e lettrici di Kavvingrinus. Non mi esprimo in merito, se l’ho fatto in passato fingo di non averlo fatto e proseguo con il commento. Ricordo i piccoli brividi perché venivano letti molto. Però onestamente credo di averne letto solo uno in vita mia. Ed ero già grande per quella collana. Se non sbaglio c’era anche un telefilm ispirato alla collana e forse in tempi piú recenti anche un cartone animato. Ultimamente forse ne hanno fatto anche un film cinematografico.
Per il resto c’è tutto, crimine, pentimento e castigo divino. Una specie di Delitto e Castigo quasi teleologico4!

Harry Potter (J.K. Rowling): sono alle medie, suppergiù in seconda, c’è il boom di Harry Potter e io lo snobbo, mi vanto di essere una delle poche a non averlo letto. Un’amica mi regala il primo volume e io non lo leggo, pensando che sia proprio un libro per mentecatti. Così, quando una tizia me lo chiede in prestito non esito un secondo. Quel libro però, non l’ho più rivisto. Anni dopo mi regalano il terzo volume e io mi dico “va beh, famo sto sforzo” e da lì fu amore. Amo tutti e sette i libri. Harry Potter ha personaggi autentici, sia nel bene che nel male. È verosimile, nonostante si parli di magia, è facile immedesimarsi in molti dei personaggi, anche in quelli più ambigui. I protagonisti non sono dei vincenti, vengono derisi, faticano per emergere e devono contare solo sulle proprie forze… Che poi, essendo dotati di bacchette magiche non è che sia così difficile, eh. I “cattivi” principali hanno alle spalle delle storie affascinanti, che spingono il lettore a volerne sapere di più, talvolta si prova quasi compassione per loro, nonostante siano il male in persona. La morte è una costante in tutti e sette i libri, la Rowling non esista ad eliminare personaggi vicini al lettore. Non manca mai l’ironia, ingrediente (a mio parere) fondamentale per la buona riuscita di un libro.

Ho avuto un trascorso simile ma diverso. Solo che ero piú grande. Qui si potrebbe anche aprire un capitolo per le MIE CONFESSIONI, quando per una tresca con una ragazza piú piccola di me, appassionata marcia di Harry Potter, mi ritrovo a mangiare delle disgustose liquerizie gommose zuccherate del famigerato maghetto e poi all’improvviso sono sdraiato per terra sotto l’androne di casa sua, pronto a far qualcosa ma alla fine la chiama la sorella, mia coetanea con cui avrei volentieri fatto cosacce, per inciso, lei mi dà un buffetto e non si fa niente. Se non è stata la sorella è stata la madre o qualcosa di simile. Cito la sorella perché la madre non l’ho mai vista.
Smetto di frequentarla e mi allontano il piú possibile dalla saga dell’autrice inglese. Avrò modo di mangiarmi le mani per non averla piú frequentata, ma questa è veramente una storia troppo dolorosa, ma anche di ricredermi sui sette libri.
Tra enormi difetti dovuti all’edizione italiana, con le odiose illustrazioni che fan venire voglia di dar fuoco all’autore, ed all’estraneità del mondo scolastico anglosassone, devo riconoscere che Harry Potter è una bella storia, piacevole ed intelligente.
Odio fortissimamente l’autrice per il suo comportamento antiletterario, chiamo in causa a tal proposito il Conte Gracula che se non mi sbaglio mi segnalò un paio di nefandezze della suddetta, tra plagi ed accuse di plagio. Ma questo non c’entra con la validità dell’opera, devo ammettere.

Il giovane Holden (J.D. Salinger): lo leggo in seconda superiore e mi convinco che Holden sia l’uomo della mia vita, forse perché alto e “contaballe”. (Io sono il più fenomenale bugiardo che abbiate mai incontrato in vita vostra. È spaventoso. Perfino se vado in edicola a comprare il giornale, e qualcuno mi domanda che cosa faccio, come niente gli dico che sto andando all’opera.). È sicuramente il mio libro preferito. Holden è un incompreso, sospeso fra l’innocenza e la maturità, troppo maturo per adattarsi ai coetanei, ma ancora legato all’innocenza, alla purezza dell’infanzia, come d’altra parte si sa leggendo la scena centrale del campo di segale.

Niente da dire. Non ho neanche aneddoti imbarazzanti quindi concordo su tutto, tranne sul fatto che possa essere l’uomo della mia vita. Chi non l’ha letto dovrebbe leggerlo e chi lo ha letto dovrebbe allora rileggerlo.

La signora Dalloway (Virginia Woolf): la storia di questa scrittrice mi ha sempre affascinata molto, vuoi per la fine che ha fatto, vuoi per le turbe che aveva, la Woolf è stata sicuramente una donna interessante. In questo libro credo che la Woolf abbia trasferito parecchie delle sue inquietudini, tentando di concedergli un finale “luminoso”, a differenza del suo, di finale. Lo sfondo scelto per la storia è Londra e l’occasione è una festa organizzata da Clarissa Dalloway, protagonista del romanzo: donna ricca dell’alta società inglese, frivola e sposata a un uomo per convenienza. Clarissa è una donna che si crogiola nei ricordi di un passato piacevole e intenso. È un personaggio nostalgico, che sembra vivere di ricordi. E alla sua festa si circonda di presenze del passato. (Una vecchia fiamma e una vecchia amica). E in quella festa, fra il chiacchiericcio e lo sfarzo, irrompe la morte, la morte di un altro personaggio che Clarissa non conosce. Un reduce di guerra tormentato dal passato, che decide di suicidarsi. La notizia della morte di Septimus (è così che si chiama) porta Clarissa alla consapevolezza di essere viva ed è finalmente in grado di apprezzare il presente.

Devo essere onesto e confessare che non ho letto questo libro. Incolpo, puerilmente, la scuola. La letteratura inglese dovevo studiarla meglio ed in maniera meno odiosa. Ma tant’è, c’è sempre tempo per rimediare ai propri ed altrui errori.

Il marito in collegio (Giovannino Guareschi): questo è un libro paradossale, la protagonista (Carlotta) è frivola e benestante ed è costretta dallo zio a trovarsi un marito se vuole ereditare i suoi soldi. Tutti i candidati che lei gli propone non vanno bene, tutti tranne Camillo, un uomo poco colto e goffo, ma di buon cuore e perdutamente innamorato di Carlotta. Dal canto suo Carlotta non lo sopporta e Camillo viene mandato in collegio ad imparare le buone maniere. Le vicende sono assurde, i dialoghi brillanti, l’ironia la fa da padrone. È un ottimo libro, con un’ottima trama, scorrevole e con una sua morale nascosta dietro alla satira e allo stile irriverente tipici di Guareschi.

Ed anche qui esce la mia ignoranza condita dai miei pregiudizi. Ancora una volta incolpo la scuola, elementare questa volta, per questa mia mancanza!
È brutto non volersi prendere le proprie responsabilità, molto brutto.


Se ciò che è stato letto qui è piaciuto o ancor di piú se piaciuto non è, allora tu dovrai correre a leggiere quello che i fantasmagorici cavvotalolo e asfolk hanno scritto per te!


  1. Se non ho copiato male, che potrebbe essere. 
  2. Cosa che beninteso un nostro noto avvocato dovrebbe fare, ma non per i lettori che hanno partecipato al Kavvingrinus, cosí in generale. Che gli fa sempre bene. Lui sa il perché5
  3. Finalmente! 
  4. Se solo sapessi cosa sia la teleologia! 
  5. In realtà c’è tutta una vecchia storia di suoi sogni di ribaltare il mio immenso strapotere, ma lo lascio sognare, perché un avvocatolo che sogna è un avvocatolo che puoi controllare e manipolare come vuoi. 

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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58 Responses to Kavvingrinus – Cose da V

  1. m3mango ha detto:

    Bravo Ysi, sempre sul pezzo.

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  2. kalosf ha detto:

    Detto che ho apprezzato, ti dico rapidamente in una sola parola cos’è la teologia: se è visione è mistica. Se è ragionamento è null’altro che perdita di tempo. Concordo su tutta la linea potteriana.

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  3. alessialia ha detto:

    porca pupazza son la prima!
    ho già detto da ka, che è una storia interessante perchè mostra il suo approccio ai libri…
    ecco emh…. io piccole donne non l’ho lette…. e mo?
    carino che hai schiaffato una tua confessione qui dentro….
    ti posso chiamare socino per una volta sola??? :-D

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  4. Carina, questa storia – è un po’ buffo il fatto della menzogna senza motivo XD

    Riguardo alla Rowling con atteggiamenti discutibili, sì, su Valm ho linkato una pagina una vita fa: lo scrittore Orson Scott Card stra-cazziò la Rowling per un certo tipo di comportamento, e tra le varie scrisse che se la storia della Rowling era la fiaba di Cenerentola, la scrittrice aveva di certo la parte della matrigna cattiva (o qualcosa del genere) XD

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    • ysingrinus ha detto:

      C’era tutto un articolo su un autore che aveva scritto un derivato di Harry Potter non fruibile da chi non conosceva la saga e l’appropriamento indebito del termine “babbano” ed il plagio del nome, se ricordo bene.

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  5. Riguardava il Lexicon, un’enciclopedia online redatta da fan che la stessa Rowling consultava (cioè, ‘sta donna nemmeno si degnava di prendere appunti sulla sua stessa storia, nel caso sia vero XD ) così mi hanno detto: i redattori volevano farne una versione stampata e quella magonò della Rowling a tuonare che volevano sfruttare il suo lavoro in modo indebito.
    Che poi, il libro uscì comunque, anche se con un disclaimer di non associazione con la Rowling e il suo editore, almeno in italiano.

    Comunque, prossimamente la denuncia di Lovecraft contro Joshi e Sebastiano Fusco!!1!

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    • ysingrinus ha detto:

      La devonho da smetere!!1111!!!! Tuti ad apropparsi degli meriti delli artli!11!!

      Ma ricorado che c’era anche la faccenda del termine “babbano” non inventato da lei ma odiosamente rubato da un altro libro, cosí come il nome Harry Potter preso da Larry Potter. Non ricordi?

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      • Non ricordo, ma mo’ mi informo: sembra una tragedia da fanfiction XD o da parodia Disney ^_^

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        • ysingrinus ha detto:

          Già il fatto che lei consultasse la sua wikipedia per i suoi lavori dovrebbe dirla tutta.
          I libri mi piacciono, lei mi sta antipatica.

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          • Gemellone solare (ché non so più cosa inventarmi!) ha detto:

            Credo che le sia successa la stessa cosa di chi ottiene un successo esagerato di punto in bianco: ha sbroccato un po’ e ha visto ovunque attentati alla sua possibilità di comprarsi un castello al giorno per un mese almeno XD come certe rockstar, ma almeno la Rowling non ha sfasciato camere d’albergo.

            La cosa di Larry Potter l’ho letta, sembra che l’abbia vinta lei/la Warner e che la sua accusatrice sia stata accusata di aver falsificato le prove, comunque c’è stato un bel valzer di denunce e contro-denunce, diciamo…
            A me, Harry sembrava più somigliante a Timothy Hunter, almeno nell’aspetto :P

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  6. Cose da V ha detto:

    Finalmente qualcuno che apprezza Il giovane Holden… In molti dicono che è un brutto libro :( Bella la tua storia nella storia! Ho letto una specie di biografia della Rowling (che mi regalarono quando odiavo Harry Potter) però era una gran leccata di cul all’autrice, quindi non conoscevo le varie accuse di plagio… Grazie Yz, belli i tuoi commenti :D

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  7. ili6 ha detto:

    Da K ho commentato la bella foto, qui commento la citazione d’apertura (da Avvo ancora non so che commenterò). Concordo con V. che, quando un libro ti piace, ti dà e ti prende, scatta quella voglia di approfondimento, quel desiderio di sapere di più, di parlarne, anche con l’autore. Mi è accaduto tante volte (poche di parlarne con l’autore, mica facile…ma il web a volte aiuta). Ho, comunque, un’altra abitudine: quando un libro mi sta dando tanto, ne rallento la lettura degli ultimi capitoli. Fatico a staccarmene. Ed è bellissimo.

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  8. Pingback: Una non – storia da lettrice | Cose da V

  9. gianni ha detto:

    Sento ora il bisogno di leggere di Holden, di Potter e di piccole donne, ma ci ho sottofondo Live at Pompeii quindi vado di Bukowski e buonanotte a tutti i suonatori.

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  10. ceciliagattullo ha detto:

    Mi sa che dovrò alla fin fine leggere Piccole Donne. Tutti l’hanno letto tranne me….

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  11. ceciliagattullo ha detto:

    Pienamente d’accordo. Attraverso le recensioni però conosciamo anche un po’ più di voi…

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  12. ceciliagattullo ha detto:

    Con i libri non ci si può nascondere. Si viene fuori per quello che si è…

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  13. lulasognatrice ha detto:

    “Ho avuto un trascorso simile ma diverso. Solo che ero piú grande. Qui si potrebbe anche aprire un capitolo per le MIE CONFESSIONI, quando per una tresca con una ragazza piú piccola di me, appassionata marcia di Harry Potter, mi ritrovo a mangiare delle disgustose liquerizie gommose zuccherate del famigerato maghetto e poi all’improvviso sono sdraiato per terra sotto l’androne di casa sua, pronto a far qualcosa ma alla fine la chiama la sorella, mia coetanea con cui avrei volentieri fatto cosacce, per inciso, lei mi dà un buffetto e non si fa niente. Se non è stata la sorella è stata la madre o qualcosa di simile. Cito la sorella perché la madre non l’ho mai vista.
    Smetto di frequentarla e mi allontano il piú possibile dalla saga dell’autrice inglese. Avrò modo di mangiarmi le mani per non averla piú frequentata, ma questa è veramente una storia troppo dolorosa, ma anche di ricredermi sui sette libri.”

    Bello il tuo inserto autobiografico ;)

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