Kavvingrinus – Ili6

Un altro Kavvingrinus. Un’altra sfida.
Questa volta devo parlare di ili6. Non posso dire molto su di lei perché non la conosco, abbiamo avuto solo qualche scambio di commenti. Per fortuna però è lei che si fa conoscere, con una partecipazione particolare alla nostra idea. Fa conoscere un aspetto intimo ed importante della sua vita.
La maggior parte di noi ha avuto momenti simili e per altrettanti questi momenti sono stati significativi, hanno indicato un punto di cambiamento. Non tutti però riescono a ricordarsi questi momenti o ancora hanno il desiderio di parlarne pubblicamente, con l’intento di far analizzare la propria storia a persone piú o meno sconosciute.
Forse la sfida piú grande l’ha sostenuta lei mandandoci il suo pezzo.

C’era una volta una bambina che quasi ogni pomeriggio andava a trovare i nonni in un paese vicino. La loro casa era molto bella, con un grande giardino dove c’era sempre qualcosa da scoprire e nuovi giochi da inventare tra i vialetti alberati. Era piacevole stare con la nonna e con la zia in quel posto da favola. Il nonno lo incontrava poco, lui nei pomeriggi lavorava in cartolibreria, e un giorno la bimba fu accompagnata proprio in quel negozio del nonno perché le donne dovevano andare in giro. La bambina fu contrariata per la novità: non poteva sapere che quel pomeriggio sarebbero nati nuovi affetti, nuovi amici, nuove sensazioni, nuove abitudini che sarebbero durate per sempre e che avrebbero indirizzato la sua la vita.

Quasi un incipit da romanzo o da “favola“.

Il negozio del nonno si rivelò anche meglio del giardino: c’erano matite di tutti i colori, giornali, pupazzetti, libri di tutti i tipi, scatole da aprire, album da colorare… c’era odore di carta, di inchiostro, di tabacco.
Il nonno le permise di curiosare un po’; lei apriva pacchi, pasticciava fogli, sfogliava giornali, spostava gomme e temperini, metteva giù i pupazzetti. Quante cose non conosceva! Chiedeva, provava, annusava, toccava e il nonno, che di bimbi se ne intendeva perché trascorreva le mattine a scuola, rispondeva, spiegava, dimostrava e sorrideva, vedendo gli occhi meravigliati di quella bimbetta di appena tre anni.
Poi, forse per paura che il negozio venisse messo a soqquadro o forse per volerle fare un regalo, il nonno la fece sedere su una piccola sedia dietro il bancone e le chiese di ascoltare. Prese un libro giallo con le scritte rosse e cominciò a leggere…

Un’età molto importante per farsi conquistare dalla fantasia. Il mondo non è ancora perfettamente chiaro ai bambini, i sogni e le fantasie si mescolano facilmente con la realtà. È piú facile sognare e farsi trasportare.

«C’era una volta un piccolo, brutto anatroccolo…»
La voce del nonno catturò subito la sua attenzione: era sottile, un po’ rauca e mai uguale. A volte si alzava, poi diventava un sussurro, proseguiva pacata, poi veloce, cambiava tono, cantava. Era musica. Ed era tutta per lei.

La magia della narrazione, della voce. La cultura trasmessa oralmente, piú tardi superata da una nuova magia, che qui in particolare non verrà trattata: la scrittura.

La bimba guardò il nonno, quel nonno così poco conosciuto sino a quel momento, e lo vide sereno, elegante con quel gilet grigio e la camicia azzurra. Osservò il suo viso magro e leggermente rugoso; le labbra si distendevano, sorridevano, le sopracciglia a volte si aggrottavano. Guardò le sue mani sottili che si muovevano, che indicavano, che accarezzavano la carta e sfogliavano con delicatezza le pagine. Fissò i suoi occhi chiari che seguivano il rigo e che a volte la guardavano.
Pian piano la bimba si concentrò sulle parole, sulle frasi, sulla voce del nonno che leggeva per lei e quelle parole presero forma, danzarono davanti a lei e composero un quadro ricco di forme, colori, personaggi, sentimenti. E lei vide quell’anatroccolo nero, i suoi fratelli, sentì la preoccupazione di mamma anatra, perché lei in quel momento era con loro, in quello stagno…
Non ricorda quanto durò quel primo ascolto, il tempo si dilatò, si azzerò e non fu più percepibile. Su tutto dominava il suono morbido della voce del nonno che leggeva per lei.

Il primo contatto con le storie, il momento in cui la propria fantasia si incontra con la fantasia di altri, con la fantasia collettiva delle nostre leggende. Alan Moore ha scritto un fumetto molto bello in merito, Promethea.
E già che sono in argomento di fantasia ed immaginazione, condivisione e creazione di storie, propongo un’intervista un po’ lunghetta ma secondo me molto importante, sempre dello scrittore inglese.

Fu un momento magico che si ripetè tantissime altre volte. La bimba preferì, infatti, sempre più il negozio del nonno al giardino delle meraviglie e lui l’accoglieva con gioia: quei momenti piacevano ad entrambi, davano serenità, regalavano affetto, unione, stupore a tutti e due.

Il nonno aveva vittoria facile: infiniti mondi, infinite storie, condivise, modificate e create da infiniti soggetti, contro un solo luogo costruito dalla fantasia di una sola bambina.

A volte il nonno doveva interrompere la lettura perché in negozio entrava qualche cliente e lei si infastidiva, si ingelosiva perché quei momenti erano loro, solo per loro: lei, lui, la sua voce, il libro, la storia, il sogno.

Non bisogna essere invidiosi dei sogni degli altri. Bisogna invece ammirarli e magari inglobarli nei propri e restituirli accresciuti. I sogni possono essere di tutti.

Oggi quella bimba è cresciuta, legge per se stessa e molto spesso legge ad alta voce per i bimbi che l’attendono in aula. Non si sorprende nel vedere sul viso dei bambini lo stupore e la meraviglia mentre ascoltano la sua voce che legge e nemmeno del fastidio che genera il suono della campanella: sono momenti che non amano essere interrotti. Sono l’origine di qualcosa che sta nascendo e che si potrà fortificare nel tempo. Lei questo lo sa bene.
Grazie nonno Pino, la tua voce, che mi ha resa felice lettrice, è sempre in me.

Grazie a te ili6 per quello che fai e quello che hai scritto.


Non fate gli zozzi e leggiete puranco l’avvocatolaccione e il buon vecchio kalosfone

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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33 Responses to Kavvingrinus – Ili6

  1. La magia della narrazione, della voce, del mescolarsi dei sogni con la realtà. Sì, trovo che tu abbia reso benissimo e colto la chiave di questa storia che mi piace moltissimo.

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  2. avvocatolo ha detto:

    Standing ovation Yzi. Non ho ancora visto Kalosf ma per ora la tua è di gran lunga la migliore 😁 Ho visto l’inizio dell’intervista che definire lunghetta è un attimino eufemistico ma devo dire che è intrigantissima!

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  3. Silvia ha detto:

    E’ un racconto stupendo e coinvolgente e Marirò è una splendida persona e un’ottima insegnante per i bambini che hanno la fortuna di averla :)

    Date: Fri, 26 Feb 2016 07:30:43 +0000 To: silvia-1959@live.it

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  4. alessialia ha detto:

    molto molto delicato ed evocativo anche per noi che leggiamo…

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Rete di m#rd4! Si perde i miei commenti, uffa!
    Credo che le reti mobili siano uno strumento del demonio, altroché!

    Tornando in tema, che è più edificante :) bella storia di lettura! Immagino che i suoi allievi non si annoino quanto mi annoiavo io, a scuola ;)

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  6. Cose da V ha detto:

    Oh mamma, io mi son commossa con il finale… Bellissima storia, non aggiungo altro perché pare un peccato commentarla!

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  7. kalosf ha detto:

    A parte la tua capacità di creare poesia su poesia, ma kalosphone che sembra cafone, da dove l’hai preso??? Sei sempre un mito!

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  8. Ma Bohème ha detto:

    Ho letto e commentato anche da Avvocatolo. Ribadisco la tenerezza della storia. Noto che, nonostante la diversa impostazione nel commentare, tu e Avvo avete secondo me evidenziato gli stessi aspetti di questo bellissimo racconto: la scoperta della lettura e la crescita della persona nella e con la lettura.
    Chapeau!
    Primula

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  9. ili6 ha detto:

    Grazie a te, invece, per aver letto e commentato con delicata profondità questo mio semplice ricordo, questo mio inizio. Dici bene, la maggior parte di noi ha vissuto questi momenti, le fiabe della buona notte, i racconti della mamma, le letture dei nonni,… momenti preziosi sotto tanti punti di vista, momenti che, in parecchi casi hanno determinato l’innamoramento duraturo verso il pianeta libro. Non mi stancherò mai di dire quanto, per un bambino, sia prezioso il momento dell’ascolto, che precede tutto il resto. E qui entrano in gioco due aspetti: ciò che si decide di leggere a un bambino e come si legge. Gli scrittori per l’infanzia hanno una enorme responsabilità, seguita a ruota dai familiari e dagli insegnanti.
    Stasera guarderò il video che suggerisci. Adesso mi preme ringraziare te, Kalosf, Avvocatolo,i tuoi lettori e complimentarmi ancora per questa rubrica che seguo con interesse e che mi sta facendo conoscere tante belle persone.
    Marirò

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  10. lulasognatrice ha detto:

    Mi piace sempre più, questo vostro parlare delle storie di altri, per poi farle diventare vostre… Ili6, che grazie a voi ho l’occasione di conoscere, ci ha trasmesso un bellissimo pezzo della sua vita, che hai presentato alla grande :)

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Fhtagn

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