Finalmente ho trascritto sul computer il racconto molto breve che ho scritto circa due settimane fa in treno.
Forse ho già trattato l’argomento e sicuramente si poteva trattare meglio ma questo ho scritto e questo devo pubblicare. Per spiegazioni e curiosità non so se saprò essere utile.
La caduta
Al risveglio si accorse che era morto. Non poteva essere vivo. Non c’era nessun segnale che potesse fargli pensare il contrario. Lo stesso, però, si poteva dire per il fatto che fosse morto e che si fosse svegliato. Non poteva essere possibile. Non nel mondo materiale almeno.
Ricordava distintamente tutto quello che era successo prima, ricordava la stanza che aveva adibito a tempio, l’altare che pazientemente aveva preparato con le sue mani, come prescrivono le regole. I sigilli erano stati elaborati e realizzati perfettamente, rispettando le rigide imposizioni fisiche e temporali che la sua Opera richiedeva. Aveva eseguito correttamente tutti i bandi necessari, nel cerchio c’era solo lui, con la sua volontà ed il suo desiderio.
Il desiderio, già. Quello era stato il problema, manifestazione sicura di un infausto destino.
Era stato avventato, come neanche l’ultimo dei novizi. Aveva perso la paura ma non aveva raggiunto la consapevolezza che si era illuso di possedere.
Aveva preso delle accortezze ovviamente, delle àncore di salvataggio per evenienze del genere ma qualcosa non doveva aver funzionato. Probabilmente il suo desiderio aveva inficiato anche le sue protezioni, non poteva essere diversamente. Doveva essere condannato a tutto questo già da prima che nascesse. Per queanto gli potesse sembrare impossibile.
In qualche modo riuscí ad alzarsi, non era sicuro di possedere ancora un corpo, sicuramente era imprigionato da qualcosa di troppo grande per lui, qualsiasi fosse stata la sua forma; qualcosa che non poteva in nessun modo abbattere.
Il rituale stava andando per il verso giusto, i nomi barbari stavano dandogli i risultati aspettati: la mente proseguiva apparentemente senza controllo, una ferrea forza di volontà invece guidava le sue azioni, i suoi gesti, le sue parole. Era in una fase critica, doveva fare attenzione, però solo un passo ed avrebbe oltrepassato l’Abisso, sarebbe morto per poi nascere nuovamente; sarebbe arrivato dove la maggior parte degli esseri viventi non osano neanche sognare.
Solo un piccolo, incommensurabile ed immenso passo.
Quel passo invece gli fu fatale, solo quando cadde si rese conto che era diventato vittima dei suoi dèmoni, che le sue azioni erano guidate solo da un non riconosciuto desiderio di potere. Non era la sua volontà a guidarlo, bensí loro, il desiderio di vendetta e di potere sugli altri esseri viventi!
Un dèmone gli rise in faccia mentre cadeva: sapeva che quel volto orrendo l’avrebbe perseguitato per l’eternità, sapeva che non avrebbe piú avuto un solo istante di pace.
Una volta in piedi provò a muovere finalmente un passo in avanti e cadde nel vuoto, all’infinito.
L’immortalità si può raggiungere solo vendendo l’anima … come pensava di raggiungerla altrimenti? Illusorio tentare scorciatoie! Bel racconto, ysingrinus, ma io mi affeziono sempre ai protagonisti… non si potrebbe accorciare un po’ l’infinito?
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Purtroppo l’infinito è infinito. Bisogna fare attenzione a ciò che si desidera ed al motivo.
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Giustissimo!
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Eh!
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Mmmh… un crossover con la strega dell’albero? ‘Sti due li vedo bene, assieme :)
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Forse sí!
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Amano le stesse cose: la vita eterna e i patti faustiani (più o meno) sono fatti per stare assieme :P
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Eheheh!
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Pure a me ha ricordato la strega dell’albero! Un racconto che acchiappa, questo! (pure l’altro eh) Terribile! (per fortuna)
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Sono collegati in effetti. Il tema è quello.
Grazie! :-)
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Se sono collegati, allora è chiaro che se uno cade si tira dietro anche l’altro! :)
Le confessioni sono una gran cosa, ma i racconti non vanno trascurati, perciò bene e continua a scriverne e a pubblicarne!
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Grazie!!
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Prego! ;)
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La caduta è infinita perché infinito è l’amore…
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Uhm…
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Mi fa’pensare a “Il ritratto di Dorian Gray”
bravo bellissimo 😊
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Grazie buonissima!
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Mi par di capire che abbia dovuto rinascere ancora un’altra volta… Posso capirne il terrore…
un caro saluto
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Per l’eternità.
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Una parola che ha tutto il suo appeal, specie se si parla dell’inferno caldo ed accogliente…
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Spesso mi sento così la mattina
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Lo credo bene, io anche la sera.
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Spesso, nelle rare occasioni in cui mi desto prima delle 16
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Comprendo.
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A volte mi addormento con una di quelle stupide groupie che fingono di lavorare per darsi importanza, così capita che nell’alzarsi facciano cadere dal letto una bottiglia vuota di champagne, facendo un casino infernale. Maledette stronze!
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La maledizione del genio.
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Ti sembrerà stupido, ma se ti sembra stupido non me lo dire che non è giornata, ma la prima parte mi ha ricordato il povero Gregor Samsa, pure lo stile asciutto. Non ti faccio complimenti o non la finiamo più!
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Ahahahah! Non ti preoccupare! Grazie infinite per il paragone invece!
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Figurati, è quello che penso. Buona serata :D
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Eheheh. Buona serata anche a te!
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L’ho letto 2 volte, rarissimo per me, non leggo mai due volte, salvo qualcosa non mi piaccia parecchio.. E’ ansioso e inquietante e per tali motivo adoro. Adoro lo stile affilato con frasi brevi, in primissima persona, crei uno stato di cattività per il lettore da cui, per fortuna, lo liberi con il terrificante finale.
Dovresti scrivere più spesso.
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Grazie per i complimenti. Questo l’ho scritto in treno. La monotonia mi aveva ispirato!
Vedrò se riuscirò a scrivere con una frequenza maggiore!
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Figurati. E’ sempre un piacere :)
Il treno ispira in effetti..
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C’erano diversi vecchiotti in carrozza, munti di tablet. Ed io con il quaderno e la penna stilografica1.
Che tempi, che more!
Avevo anche lo smartphone ovviamente, ma in quel momento era messo da parte quindi ho il diritto di affermare quello che affermo2. ↩
Ovviamente. ↩
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Yzi, è stupendo!
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Grazie! Non credevo potesse piacere cosí tanto!
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Mi piace, è inquietante al punto giusto!
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Sono fiero di me allora! :-D
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Devi esserlo!
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E sia!
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Interessante. Non ti nascondo che sarei curioso di sapere ANCHE cosa si prova a cadere per sempre.
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Credo non sia piacevole in realtà.
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Eh lo so, sono strano.
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Però puoi condannarti all’inferno se vuoi.
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Mi ci hanno già mandato tante di quelle volte che dovrei avere uno sconto. Sai le tessere a punti del videonoleggio o della birreria … ecco.
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Sia ben chiaro che io non lo faccio eh.
E sono anche contrario alla raccolta punti a dire il vero…
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Ma dai, se arrivi a 50 punti inferno ti regalano anche il fornetto per cuocerti i piedi!
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Se non si arriva alle ginocchia è solo una truffa. Paghi quello che prendi ma sei convinto di non farlo.
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Eh, ma lì dipende dal girone ovviamente! :D
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Ah già. Però non so se sono ancora convinto del tutto.
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‘gna pensarci, ‘gna! ;)
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:-D
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Triste svegliarsi e accorgersi di non far più parte della vita. Il bisogno di un desiderio annulla ogni regola nonostante le puntuali preparazioni ostinatamente raggiunte per sfidare la sorte. Il temerario sa che occorre morire per continuare a vivere. Vivere e morire hanno la stessa radice.
E quel passo in avanti, quella caduta nel vuoto riconsegnano la vita al sonno primitivo che alcuni chiamano morte ma che in realtà è soltanto un Abisso destinato a pochi eletti.
p.s. la monotonia di un viaggio in treno ci ha regalato un racconto “coi baffi”!
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Siamo artefici della nostra condanna. Siamo noi che decidiamo di muoverci e conseguentemente di cadere, di non far parte piú della vita.
Tutti i preparativi che crediamo funzionali alla vita sono invece funzionali alla morte.
Pochi riescono a fare la distinzione tra vivere e morire.
Grazie per il complimento. In particolare i baffi li avevo tagliati quella mattina stessa mi sa. :-D
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Giusto! “siamo artefici della nostra condanna” … prova a dirlo a chi crede nella malasorte!
Hai i baffi ballerini capperi … una volta ci sono e poco dopo zac! :-(
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Io glielo dico pure, ma poi chi crede nella malasorte non mi ascolta.
Ballerini, insomma, sono stati mesi senza essere rasati… :-)
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… e fanno un doppio danno a non ascoltare, scellerati!
Ma i baffi, perdonami, una volta che si decide di averli al limite si spuntano perchè raderli completamente?
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Volevo provare a rivedermi le labbra dopo tanto tempo. Li ho spuntati e scorciati diverse volte in quel periodo…
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Ahhhh …. ecco spiegato l’arcano, scusami anzi se sono sembrata inopportuna!
.
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Figurati, nessun problema!
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Cadere nel vuoto all’infinito…deve essere veramente una brutta sensazione…
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Una condanna!
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