Kavvingrinus – Intempestivoviandante

Intempestivoviandante posso dire di conoscerla un poco. Conosco qualche sua grande passione cinematografica e di tanto in tanto scambio qualche opinione sui registi che lei fatica sempre meno a mandar giú.
È una donna interessante con la passione per le favole e la scrittura. Quando avrò tempo cercherò di leggere il suo racconto del bosco. Giuro che lo farò, è solo questione di testa e tempo.
Mi era stato detto che forse scrivere di chi non si conosce è piú semplice che farlo di chi invece si conosce. Vedrò ora se è vero, per quanto la conoscenza solo tramite blog non è mai veramente completa.

Le mie letture di bambina che ricordo con più piacere sono di due categorie: una era quella che oggi si definirebbe “chick-lit” e che all’epoca per fortuna non aveva etichette, anche se effettivamente si trattava di libri che leggevano di solito le ragazze: Piccole Donne per intenderci, o Pollyanna, o Pippi Calzelunghe. Tutti libri che ho amato tantissimo e forse, a ripensarci, per motivi non così diversi, perché nonostante le apparenze, erano tutte storie per lettrici, forse, ma storie di ragazze comunque non convenzionali.

Un primo passaggio importante: il prolificare di etichette non aiuta a districarsi nei meandri stretti ed ingarbugliati della scrittura, chiude a compartimenti stagni i generi, rendendo piú difficoltoso lo sviluppo del lettore: Se sono un ragazzino devo leggere libri per ragazzini, c’è pure la categoria. Un ragazzino deve leggere qualsiasi cosa se vuole crescere.

Jo March era un vero maschiaccio e una scrittrice, decisa a scegliersi un marito per conto suo (vero che all’epoca l’aver rifiutato Laurie non glielo avevo perdonato facilmente, ma più tardi ho capito…), solo dopo aver raggiunto l’indipendenza economica.

Un esempio di visuale adatta alla crescita. Dubito che Geronimo e Tea Stilton possano far fare passi da giganti ai giovani marmocchi col vizio della lettura1.

Pollyanna, pur essendo una bambina molto “bambina”, aveva quella bella caratteristica, che è stata molto ridicolizzata se non vista come una patologia (la “sindrome di Pollyanna”, ossia il vedere la realtà in modo esageratamente positivo, peccando di eccessivo ottimismo). In realtà, il gioco della felicità è stato per me, all’epoca, un grandissimo aiuto per affrontare situazioni difficili. Per come la vedo io, non si trattava di vedere tutto rosa, ma di non perdere di vista gli aspetti positivi che possono esserci anche nei momenti più duri: questo permette di affrontare le difficoltà con il sorriso o se non altro con più forza e un atteggiamento più positivo, che non mi sembra poco. E poi c’è Pippi, la mia Pippi, la ragazzina più coraggiosa, forte, allegra e libera del mondo, quella che viveva da sola con un cavallo e una scimmia a Villa Villacolle, con un padre “re dei negri” (che un giorno qualcuno si è inventato anche una accusa di razzismo contro Astrid Lindgren, ma via… nessuno avrebbe potuto leggere Pippi e diventare razzista, secondo me), sempre in viaggio, che ogni tanto la veniva a prendere, la portava in qualche avventura, le lasciava un po’ di monete d’oro e via, ripartiva.

Da qualche parte bisogna attingere la forza per andare avanti e sorridere in faccia ai dolori. I libri sono solitamente un’ottima fonte.
Ricordo, inoltre, che c’era anche il telefilms di Pippi calzelunghe che per ovvi motivi non ho mai letto2.

La seconda categoria di libri per “giovani adulti”, come si dice adesso, era ancora più avventurosa, e decisamente più unisex. Mi vengono subito in mente Tom Sawyer e Huckleberry Finn (ah, quanto meno ricca sarebbe stata la mia infanzia, senza Tom e Huck! E anche Un Americano alla Corte di Re Artù

ALT! Sono perfettamente d’accordo. Un Americano alla Corte di Re Artú volevo regalarlo ad una nipote per queste vacanze natalizie ma non l’ho trovato.

[…] e i Racconti sul Fiume, la quintessenza dell’ironia), ma anche L’isola del Tesoro, Robin Hood, I Tre Moschettieri, Il Richiamo della Foresta (quanto amore, per quel libro!), Peter Pan (adorato), Alice nel Paese delle Meraviglie (che però ho apprezzato di più “da grande”, in versione integrale e in inglese), Pinocchio, Gian Burrasca, e poi vabbè, tutto Salgari e un altro degli amori letterari della mia vita, Cosimo Piovasco di Rondò, il Barone Rampante, che mi ha iniziato a un idillio con Calvino che dura ancora oggi. E non parliamo poi del grandissimo Rodari, di Giovannino Perdigiorno, del Professor Grammaticus e del filobus numero 75, che “in partenza da Monteverde Vecchio per Piazza Fiume, invece di scendere verso Trastevere, prese per il Gianicolo, svoltò giù per l’Aurelia Antica e dopo pochi minuti correva tra i prati fuori Roma come una lepre in vacanza.”.

Sono costretto a spezzare. Stevenson e Dumas sono fondamentali per la salute letteraria di ogni ragazzo (ed adulto, giovane o vecchio che sia).
Il Richiamao della Foresta, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie e Pinocchio fanno sognare in maniera differente dai libri precedenti, entrambi per la tipologia dei protagonisti e le storie che ne derivano.
Gian Burrasca è un classico che andrebbe fatto leggere ad ogni bambino, contestualizzandolo, cosí come, aggiungo io, sempre di Vamba, andrebbe letto e fatto leggere Ciondolino.
Calvino e Rodari sono due mie grandi passioni, il secondo da quando ero ancora un po’ troppo piccolo per il primo, a dire il vero. Le Favole al Telefono, La Freccia Azzurra, Gelsomino, Cipollino…

E la Collina dei conigli di Adams, anche, la splendida odissea di un gruppetto di conigli che sfuggono a una morte terribile, guidati da un giovane sognatore un po’ profeta e dal suo fratello più saggio, tra pericoli, amori, insolite amicizie e bellissime storie “mitologiche” raccontate dal narratore del gruppo per dare forza ai compagni e dimenticare la paura del buio e dei nemici…

La Collina dei conigli rientra nei libri che non riuscii a leggere per la tristezza che mi metteva, forse avrei dovuto insistere all’epoca.

Insomma, ragazzini scapestrati, pirati, ladri gentiluomini, filobus imbizzarriti, conigli profughi, nobili che trascorrevano la vita sugli alberi, partecipando alla vita del mondo, dentro e fuori allo stesso tempo, un po’ come gli scrittori e gli artisti, tutti accomunati da una cosa che mi porto dietro e per cui non li ringrazierò mai abbastanza: la ricerca della libertà, libertà della mente, del pensiero e della fantasia prima di tutto, perché senza quella non si va oltre.

La lettura è cultura e la cultura può generare libertà. Libertà di pensiero. La lettura sviluppa la fantasia e sviluppare la fantasia rende piú intelligenti3.

Venendo a tempi più recenti, qui posso anche essere più breve, perché si sa che sono le cose dell’infanzia e della prima giovinezza quelle che restano incise nel cuore per tutta la vita [Sorriso].

Saggia.

Mi sono presa a un certo punto una sbandata per un giallista americano a sua volta innamorato dei gialli all’inglese: John Dickson Carr (che scriveva anche sotto lo pseudonimo di Carter Dickson), uno che disseminava i suoi libri di indizi falsi e veri, uno dei pochissimi che riuscivano davvero a sorprendermi quasi sempre con la soluzione, e un genio dei “delitti della camera chiusa”, non so quanti metodi ingegnosi abbia elucubrato per consentire ai “suoi” assassini di uccidere e poi allontanarsi indisturbati da un luogo perfettamente sigillato, camminare sulla neve senza lasciare tracce, ecc.

Ho svariati problemi con i gialli, tra i quali la facilità con cui si capisce la storia. Sempre che la storia non sia comprensibile perché si deve stupire ma allora non è un giallo, è una truffa.

Poi abbiamo Shakespeare, naturalmente. Chiunque fosse si è piazzato nel cuore e nella testa di ciascuno di noi e lì è rimasto e c’è ancora, e ci legge come un libro aperto.

La morbosità per la natura dell’artista. Cosa importa chi è chi? Ciò che conta è cosa ha fatto. Concordo quindi.

Il mio amatissimo Oscar (Wilde), genio e sregolatezza, eccentrico e sensibile, provocatorio e appassionato, dotato di un’eleganza, una ricchezza di stile tali da fare della sua lingua un continuo fuoco d’artificio, una scrittura di bellezza quasi ineguagliabile secondo me.

Potrei citare a proposito uno sketch dei Monty Python. Io apprezzerei sicuramente una citazione del genere4.

Poi c’è la Yourcenar, con le sue Memorie di Adriano, di cui ho parlato nel blog, che tratta tutti i temi che hanno a che fare con l’umano, e con tale profondità di pensiero da lasciare senza fiato.

Non l’ho mai letta, forse dovrei ma non mi decido ancora.

E ancora libri per ragazzi, vecchia passione mai estinta. La Storia Infinita e tutta la saga di Harry Potter sono tra i libri più belli che abbia letto. Le Tredici Vite e Mezzo del Capitano Orso Blu… beh, credo di non aver mai riso tanto su un libro in vita mia, in autobus, da sola, in mezzo alla gente, ovunque e comunque… di un tedesco, poi, chi l’avrebbe immaginato… [Sorriso che ride]

La Storia Infinita è un super libro. Harry Potter l’ho guardato con diffidenza, mi portarono anche a vedere Harry Potter & il Calice di Fuoco, ma non rimasi cosí colpito da leggerlo. Alla fine mi decisi e lo lessi. Il settimo libro lo leggetti direttamente in inglese perché in italiano ci mettevano un po’ a tradurlo.

Aggiungo, tra i miei preferiti, Amado, Chatwin e Sepulveda. Confesso che ho vissuto di Neruda è una delle cose più straordinarie che possa capitarvi di leggere.

Approvo. E direi che Neruda in effetti deve aver avuto abbastanza influenza…

Concludo con un romanzo contemporaneo, La vera storia del pirata Long John Silver di Biörn Larsson è strepitosa, una vera gemma, l’ho amata dalla prima parola all’ultima.

Qui mi succede una cosa strana. Sono quasi sicuro di aver letto questo libro ma non riesco a ricordarmelo.
A leggere quello che leggono gli altri non riesco piú a capire se leggo io o leggono gli altri5.


Leggiete pure Avvocatolo e kalosf


  1. Si può solo immaginare quanto detesti questo genere di “letteratura”. Ogni volta che vado in libreria sfoglio quei libri solo per arrabbiarmi per il pessimo lavoro editoriale. 
  2. L’ovvio motivo non è l’accusa di razzismo ma il target di riferimento. Ho sempre letto altro. Non dico nulla qui perché non si parla dei miei libri.6 
  3. Potrei ritornarci sull’argomento in futuro7
  4. Ovviamente. 
  5. Un po’ di concentricità mi sia concessa! 
  6. Ovviamente. 
  7. In realtà potrei farlo anche solo perché mi dimentico di averlo trattato o perché voglio ammorbare l’umanità con un solo pensiero ripetuto infinite volte. 

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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111 Responses to Kavvingrinus – Intempestivoviandante

  1. avvocatolo ha detto:

    Comincio dalla fine perché sono di corsa
    .. il capitano John Long Silver pure io credo di averlo letto e dimenticato. .. ora la domanda è chi dei due stia infettando l’altro io o te? O un ente superiore tipo Cthullü!?

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  2. kalosf ha detto:

    Dissento su Geronimo Stilton, una delle migliori collane mai create per i bambini e ragazzi (perchè si evolve con loro). Tra i suoi scrittori vi sono nascosti alcuni nomi preziosi della letteratura per bambini. Ysi, niente. Ho deciso che ti regalerò la collana completa.

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  3. Gemellone solare ha detto:

    Buona parte di quei libri mi manca, ma conto di rimediare :) (tipo Pippi Calzelunghe, o Piccole donne – della Alcott mi appiopparono in regalo Piccoli uomini, e il suo stile mi piaceva).
    E libri per ragazzi forevvah: a volte, gli scrittori per adulti si dimenticano di mettere azione o pensano che “trama adulta” coincida con porno. Certo, gli young adult non sono tutti canditi e zucchero filato…
    Piuttosto, vorrei spezzare un’arancia… una lancia a favore dei libri commercialissimi tipo quel topastro di Geronimo Stilton e Co.: non ne ho mai letto uno, ma ho visto gente appassionarsi alla lettura anche grazie a quelli. Certo non hanno lo spessore di un Pianeta degli alberi di Natale (Rodari) ma credo che la strada della lettura possa passare anche dal commerciale…

    Bella, la storia di lettura di Intempestivoviandante :)

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  4. indianalakota ha detto:

    A me piacciono praticamente tutti!

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  5. Gemellone solare ha detto:

    Uffi! Kalosf proprio non me lo vuole far leggere, questo browser malvagio!
    Devo ricordarmi di farci un salto dopo…

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  6. Stilton uppercarità sono supermegatriliniosticamente d’accordo con te Ysi. Cioè, poi è vero che per attirare i bambini alla lettura ogni mezzo è lecito, ma ho un dubbio: forse li sottovalutiamo nettamente. Se potevamo noi leggere l’Isola del Tesoro possono anche i ragazzi di adesso, mica sono geneticamente modeificati… e faccio quell’esempio non a caso, perché per dire, io ho letteralmente adorato il Capitano Long John Silver di Larsson (quello bravo, intendo) :D (francamente mi sembra molto, molto difficile poter leggere quel libro e dimenticarselo, ma tutto può essere…). Per dire che lungi da me pensare che non si debbano toccare i classici, però c’è modo e modo. Se mi piace il pesto fatto in casa, per dire, non è che mi compro quello industriale perché rispecchia di più i gusti dei ragazzi. Forse faccio male, ma d’istinto credo che i ragazzi siano assolutamente capaci di gustarsi un vero pesto (i miei lo sono, modestamente) :D

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    • ysingrinus ha detto:

      Ohh! Diciamo le cose come stanno. Se abbiamo potuto leggere noi perché non potrebbero i giovani d’oggi?

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      • Non è che non ci siano belle storie nuove, scritte oggi. Mi piacciono molto quelle degli istrici, di solito, e molte sono nuove (anche se non tutte). Poi quelle della serie della schiappa, per esempio, sono carine e apprezzate dai ragazzi delle medie che è tutto dire. Ma Stilton… è più forte di me, sarò snob ma non lo posso soffrire :D

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      • Gemellone solare ha detto:

        Con giustificazioni del genere, nessuno potrebbe fare niente perché qualcun altro non è d’accordo – da moccioso e meno moccioso, certi facevano passare l’idea che l’animazione giapponese non fosse da toccaresololadisneyebellaperchetuttoilrestononedisney, per fare un esempio :P
        Poi, vai a dire a un bambino incuriosito da Stilton che è meglio Salgari e 8 su 10 lo spingerai proprio su Stilton…

        La mia idea è che se si vuole far amare la lettura a un essere umano, gli si debba rendere disponibile un’ampia selezione di opere (l’occasione fa l’uomo ladro, o lettore :) ) e magari farsi beccare a leggere con gusto qualcosa – alcuni potrebbero iniziare per imitazione.
        Per il resto, lasciare che un bambino si scelga le sue letture, ché sperare che proprio figlio ami tutti gli stessi libri che piacciono a te è follia (mio padre amava le storie di guerra, io sono allergico ai militari da quando ho coscienza di me) – se non avessi amato la lettura sin da prima di entrare a scuola, con certe robe che mi sono state inflitte avrei evitato l’analfabetismo di ritorno solo grazie alla guida tv!

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        • ysingrinus ha detto:

          Non dico che bisogna imporre. Dico che Salgari era un grande. Stilton fa cacare.
          :-)

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          • Gemellone solare ha detto:

            Se li metti assieme in quel modo, stai praticamente imponendo Salgari e capitalizzando la tua autorevolezza con una persona per farlo, con due risultati consequenziali
            1 – se hai a che fare con una persona contorta come me, fai perdere un lettore a Salgari e ne fai guadagnare uno a Stilton
            2 – se succede, perdi autorevolezza con l’altro

            Se vuoi far leggere gli originali, evita i paragoni con le riduzioni – al massimo, cerca di affiancare l’originale alla riduzione trendy. Tipo che se un moccioso ti dice “ho letto la storia di pirati con Stilton” tu te la fai raccontare e poi dici “sai che mi hai ricordato una storia di qualche anno fa (non specificare quale)? È un po’ diversa ma ci sono comunque i pirati…”
            Non è scontato che abbocchi, ma meglio di “quello schifo su cui hai sprecato un’ora della tua vita è merda!” – e specialmente quando il tuo problema con quell’altro brand non c’entra davvero con la sua qualità, ma con un pasticcio del passato…

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  7. Sul resto devo tornare più tardi… e comunque grazie, grazie infinite a te e a chi ha apprezzato la mia storia (e ringrazierò ancora meglio dopo) :)

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  8. alessialia ha detto:

    oh yzzi, mi è piaciuta la cosa sulle etichette che hai detto! potrei leggere anche ora un libro considerato per ragazzini… pero non forse viceversa… ma fa lo stesso perchè da grande io posso ponderare bene quel che mi piace o no!
    ale, la viandante ha scritto proprio una bella storia di lettrice!

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  9. Cose da V ha detto:

    Mi piace molto lei, non la leggo da moltissimo ma ho avuto modo di apprezzarla, soprattutto per un tema che tratta a me molto caro. Per quanto riguarda le sue letture, quelle d’infanzia le adoro tutte e non sono d’accordo su Geronimo Stilton. Ad esempio ho letto La bambinaia francese della Pitzorno che è una rivisitazione di Jane Eyre e mi era piaciuto moltissimo. Qualche anno dopo ho letto Jane Eyre e me ne son innamorata lo stesso. Inoltre ho una cuginetta che divorava libri di Geronimo Stilton ed è poi passata a letture impegnative, sempre da giovanissima…

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    • ysingrinus ha detto:

      Lei tratta molti temi interessanti ed importanti anche per me. Posso benissimo capire che anche tu la possa trovare interessante.
      Le riduzioni ci sono sempre state sí, ma c’è modo e modo per farle. Alcune spingono a leggere l’originale, altre allontanano.
      Sono contento per la tua cuginetta perché leggere è sempre importante. Non si può dire come sarebbe andata se non avesse letto Stilton, ma non riesco a convincermi!

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      • Cose da V ha detto:

        Sì beh, io i libri di Geronimo non li ho mai letti, ma insomma, non li vedo come il demonio, ecco.

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      • Ma io vorrei fosse molto chiaro che non ho niente contro le rivisitazioni! la Bambinaia francese l’ho letta e mi è piaciuta moltissimo (senza rendermi conto della parentela, ammetto, ma non toglie nulla alla bellezza del libro). Però un conto è scrivere un libro “ispirato”, o modernizzato, però in qualche modo originale, un conto è “semplificare” pensando che l’originale sia “troppo difficile”. Il fatto è che comunque un po’ ti viene da influenzarli, i ragazzi. Quando i miei sono arrivati li aspettava già una bella libreria colma di libri e Stilton non c’era perché non riesco a regalare cose che non mi piacciano. Poi uno è arrivato in regalo da un’amica, è stato letto e non molto apprezzato da mio figlio piccolo. Magari non l’avrebbe apprezzato lo stesso, oppure se ne avesse letti di più prima oggi sarebbe un lettore accanito da dieci libri alla settimana. Detto questo, quando siamo andati in libreria insieme e lui mi ha chiesto la Famiglia Caccapuzza, gliel’ho comprato, pur nicchiando. E gliel’ho pure letto un numero considerevole di volte, la sera. Perché sono convinta che in queste circostanze, sono sempre i bambini ad avere il diritto di scegliere. Se mi avesse chiesto Stilton gli avrei preso anche quello. L’importante è che abbia anche a disposizione le cose non “semplificate”. Del resto quanti hanno odiato Dickens per tutta la vita perché hanno letto solo le versioni edulcorate e “bambinizzate”? Magari altri invece sono diventati grandi lettori cominciando proprio da quelle… Poi di Stilton odio i disegni e anche quello conta :D

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    • Sono curiosa… qual è il tema?

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  10. giomag59 ha detto:

    Ottima cosa tenere separate le letture da bambina da quelle da bambini! Si evitano confusioni che poi sfociano in discussioni parlamentari. Ed è un attimo che arrivano i Giovanardi! Lettere infantili a parte, apprezzo chi apprezza Oscar Wilde: un plauso a intempestivoviandante!

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    • ysingrinus ha detto:

      Fai bene a temere Giovanardi ed a plaudire Intempestivo!

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    • Ero bambina in un tempo in cui si pensava che le etichette fossero destinate a scomparire. Purtroppo non è stato così, ma rivendico con orgoglio il fatto che i miei figli abbiano adorato Pippi Calzelunghe e che a mio figlio piccolo sia piaciuto tanto Frozen, per dire (in seguito ho scoperto che Frozen è considerato da “bambine”… mah! Meno male che non lo sapevamo)… E con Wilde vinci facile, è immenso!

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      • giomag59 ha detto:

        Bè, Pippi piaceva anche a me, ma in televisione però… Pollyanna non l’avrei mai letta, non sarebbe stato decoroso! :-) Tieni presente che come dico nella mia info sono un uomo del secolo scorso… Perché Frozen è da bambine? Ho appena visto il cartone animato… è una bella favola, e le favole non hanno sesso!

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        • Gemellone solare ha detto:

          È come se esistesse un codice non scritto, nelle storie:
          1 – uomini fighi + donne deboli e accessorie = storie da maschi (es: Dragon Ball, La bella addormentata nel bosco etc.)
          2 – donne indipendenti + uomini malvagi o incapaci = storie da femmine (es: Sailor Moon, Winx Club etc.)

          In Frozen abbiamo una principessa che si salva da sola e il primo maschio alpha (il principe… Hans?) è un coprolite con le gambe, mentre il secondo (Kristoph, credo) non è nemmeno un principe ed è risolutivo come il tofu XD

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        • Beh anch’io sono (una donna) del secolo scorso :D
          Di Frozen non so, dicono. Forse tutte le bambine si identificano nelle principesse ormai… Ma visto che non lo sapevamo, è andata benissimo così. Del resto avevamo visto anche Brave. E anche quello ci è piaciuto. E anche quello… ormai, se la protagonista è una ragazza, si pensa che sia un film/libro per ragazze. Quando i miei ragazzi mi dicono che qualcosa è da maschi o da femmine (perché purtroppo gli stereotipi sono più forti che mai) io rispondo non esiste da maschi o da femmine, esiste mi piace/non mi piace. Ognuno deve poter fare, leggere, vedere le cose che gli piacciono. Un po’ funziona :D

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          • Gemellone solare ha detto:

            C’è da dire che anche tutto il merchandising è palesemente femminile di stampo classico – specchi, trucchi… unica eccezione il bracciale spara-stelle filanti, che mi puzza di lancia-ragnatele di Spiderman ricolorato.
            E la canzone chiave, Let it go, è cantata da una donna.
            Per il resto, il film è godibilissimo anche per i ragazzini (se la Disney può catturare entrambe le metà del cielo con un film per famiglie, è meglio che farlo solo per maschi o per femmine, dimezzi i potenziali guadagni).
            Il resto, solo stereotipi :?

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            • Sì, più che altro credo sia il merchandising. Viene in qualche modo veicolato come film “per ragazze”. Il fatto che la canzone sia cantata da una donna mi sembra meno decisivo, anche ai maschi piacciono le voci femminili (come alle donne piacciono le voci maschili, anzi…). I principi in generale sono abbastanza passati di moda come risolutori. Pensa a Shrek… Non sono ancora riuscita a vedere tutta Rapunzel (ma i miei figli sì) però se non sbaglio anche lì non c’è il principe risolutore. Quella, d’accordo, sarebbe un’altra storia per ragazze ma Shrek no e ce ne sono diverse altre. Nei libri, poi, mi sembra che siano proprio scomparsi. Kristoph (o comunque si chiamasse) era decisamente un tipo simpatico e i risolutori appunto hanno fatto il loro tempo. Nel momento in cui un bambino ti dice che una cosa gli piace e tu gli dici “ma è roba da maschi/da femmine” sì, secondo me sono solo stereotipi, limitano la libertà senza alcuna ragione plausibile. Sarà che sono cresciuta con due fratelli gemelli, maschio e femmina, che insieme giocavano a tutto, così come io giocavo con mia sorella a dei giochi da “maschiaccio” e quanto mi sono divertita! Adoro mia madre per il solo fatto di non avere mai una volta detto le fatidiche parole…

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              • Gemellone solare ha detto:

                La canzone chiave cantata da una donna come strategia per dirigere il film verso un target femminile: chiarisco, non ci metto la mano sul fuoco, ma ho sempre l’idea che per favorire un certo target, si punti a mettere sotto i riflettori un personaggio in cui possa immedesimarsi il target.
                Per me, è un fenomeno simile a quello che spinge a mettere l’altro sesso in posizione subordinata – e che non potevo sopportare nemmeno da bambino: quando mettevano una donna a pilotare un robot armatarmato di miccette e mini ciccioli, in Mazinga, mi chiedevo perché la donna in questione accettasse di rischiare la vita su un robot che 9 su 10 finiva fatto a pezzi perché incapace di difendersi!

                In Rapunzel non c’e un principe, ma il tipo ha un momento in cui è risolutivo – anche se il lieto fine lo crea Rapunzel. Non vado oltre per non rovinarteli :)

                Shrek è decisamente una parodia, quelle hanno come target “tutto il mondo”: lì le donne sono forti per creare contrasto con lo stereotipo della svenevole principessa e gli uomini sono imbranati in contrasto con l’idea del principe valoroso e forte.
                Se gli stereotipi sono rovesciati bene, la cosa fa ridere – i primi due erano incredibili, il terzo così così, il quarto ancora mi manca…

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              • Gemellone solare ha detto:

                Ah, e comunque, da bambino mi drogavo di maghette! Anche se mi infastidiva che i poterazzi fighi li avessero solo delle bambine… la magia è per tutti, come i robottoni!!1!1!
                (E infatti ho adorato una puntata de Il magico mondo di Gigi in cui la protagonista si ritrovava a combattere su un robot magico XD

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            • risolutivo come il tofu comunque è fantastico!!

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  11. ili6 ha detto:

    Posso ampiamente confermare che ai bambini di oggi piace molto leggere Stilton, sono libri semplici, facili, brevi, animati e quindi da loro scelti e amati. Poi si passa ad altro, sarebbe preoccupante se si fermassero a Stilton…ed ecco che arriva Mario Lodi, amatissimo il suo Cipi’, Rodari, Sepulveda con le sue favole, ma anche Antoine de Saint Exupery e in mezzo ci sta Lupo Alberto, Roberto Denti, ci sta la Cristina Cappa Le gora che li fa appassionare alla mitologia greca, le collane dei piccoli brividi , delle Winx e tanto altro. Tutto può starci ,purché leggano. I classici….no, spontaneamente dai bambini vengono letti poco, purtroppo poco.

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  12. lulasognatrice ha detto:

    Una storia davvero stupenda: un miliardo di libriiii!
    E tu sei riuscito a trarne fuori una grande “presentazione” :)

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  13. ceciliagattullo ha detto:

    Posso dire che su 3 figlie a nessuna di loro è mai piaciuto Stilton, ma dai commenti che ho letto, forse ho delle figlie particolari…..

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  14. fulvialuna1 ha detto:

    Non condivido la tua idea su geronimo Stilton.

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  15. Firstime In Boston ha detto:

    John Dickson è davvero notevole.. lettura moooolto appassionante

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  16. rachelgazometro ha detto:

    … ma molte sono in comune e le ho amate, mi viene da ricordare Piccole donne che per noi ragazzine era un must, davvero!

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  17. giomag59 ha detto:

    Come si fa a partecipare che non mi ricordo più e ho pronto un pezzo da 1400 parole?

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