Evolvendo

Andando a spulciare nei miei vecchi articoli ho visto che scrivevo effettivamente molto meglio di quanto non faccia ora.
Riuscivo a divertirmi e rileggendomi vedo che mi diverto ancora; qualcosa deve essersi spezzato in questi anni.
Forse la piattaforma si è modificata tanto che l’utenza è cambiata, almeno quella che frequenta il mio blog, che il mio modo stesso di scrivere si è adagiato o adattato inconsciamente al nuovo aspetto della piattaforma stessa.
Il contenuto forma il contenitore ed il contenitore richiama il contenuto. È un circolo che può essere virtuoso o vizioso. Personalmente lo ritengo vizioso perché le varie modifiche apportate dalla Automattic, Inc. non mi piacciono e conseguentemente non vedo di malocchio la circolarità che almeno a parole dovrebbe piacermi.
Nonostante questo mio problema, insisto, mi forzo e cerco di reinventarmi diverso ma uguale, adatto ai nuovi tempi ed alle nuove persone ma sempre con il mio pensiero di base, sempre con il mio personaggio, Ysingrinus, che cresce e si evolve, male e storto, come massimalmente fa il web odierno che, per inciso, non sembra evolversi dalla versione 2.0, arriverà mai la 2.0.1 o addirittura la 2.1 o si passerà direttamente ad un’ancora piú stupida versione 3.0 scordando tutti gli eventuali evoluzioni che dovrebbero esserci fino alla nuova versione?


C’è stato il periodo in cui inventavo le parole, in cui le storpiavo apposta, un altro in cui inserivo collegamenti nelle parti sbagliate del discorso, poi ho iniziato ad inserire le note, intanto ho fatto evolvere il mio blog da un punto di vista ridicolmente polemico o polemicamente ridicolo ad uno spiraglio in cui esprimere diversi aspetti delle mie passioni, come la narrativa e, in tempi recenti in maniera piú massiccia ed evidente, il disegno e la pittura.
Ho iniziato scrivendo quanto mi dessero fastidio determinate cose, per decidere, sempre con piglio polemico a parlare di arte.
La categoria che adopero di piú, quella che è diventata la mia categoria di default, è Arte. Categoria nata per distinguere quello che è un semplice pensiero o sensazione da quello che è una ricerca personale sulla vita. Un modo differente eppure uguale per esprimere ciò che mi piace o che detesto. Nato per polemizzare sul concetto di Arte, sono diventato un “artista” come quelli che disprezzavo e disprezzo. Non è facile capire, neppure per me, quanto sia labile il confine tra il gioco, l’interpretazione e la realtà.
I commenti che scrivo a corredo delle mie “opere grafiche” sono delle scuse che racconto a me stesso per sopportarmi oppure sono un gioco per ridere e ribaltare realmente ciò che credo o penso? I commenti uguali, monotoni, ripetitivi, che lascio nei miei articoli o in quelli delle persone che seguo sono un esperimento sociale, un divertimento o un segnale di insofferenza?
Quando sarebbe iniziata questa mia possibile insofferenza nei confronti del prossimo? Vedendo le categorie ed i temi trattati inizialmente potrebbe venire da pensare subito, leggendo però le mie interazioni delle origini mi viene da credere che nonostante le apparenze fossi molto ben disposto verso l’esterno: non mi prendevo sul serio e non mi dava fastidio non essere preso sul serio.
Ora mi prendo sul serio, ora mi infastidisce vedere che nei racconti che ho pubblicato in questa manciata di anni non ho avuto il riscontro che ho avuto con gli articoli piú stupidi e deprimenti che abbia mai scritto. Addirittura ho scoperto di essere apprezzato molto piú come illustratore, commenti e apprezzamenti alla mano, che come scrittore, segno di come sia facile illudersi di saper fare qualcosa, non in maniera eccelsa ma almeno discreta.
Quando, nella pubblicazione dei racconti ho iniziato a scrivere delle introduzioni perché non tutti i miei lettori sembravano in grado di distinguere la finzione dalla realtà, la maggior parte dei commenti o per lo meno dell’attenzione, verteva sull’introduzione, solitamente scherzosa, piuttosto che sul racconto stesso, che era quello che realmente mi interessava.
Se pubblicavo un racconto non lo facevo per poter scrivere due righe stupide a corollario, lo facevo perché avevo piacere che quel racconto venisse letto e commentato, apprezzato o disprezzato. Credo che questo sia uno dei motivi per cui ho rarefatto cosí tanto la scrittura dei miei racconti, concentrandomi principalmente su quelli scritti con Zeus, in cui la moderazione e gestione dei commenti è divisa e non esiste l’introduzione: c’è solo la storia. Se apprezzata bene, se non apprezzata bene lo stesso, ma l’oggetto è la storia, non altro.


Ho giocato con la mia persona e forse in futuro continuerò a giocarci, se non qui altrove, perché tastando la morbosità del web ho preferito far entrare nel progetto artistico, che forse ora disprezzo, anche la mia persona, far diventare me stesso il mio personaggio, per saziare non rivelando la curiosità di chi potesse leggermi e darmi ulteriore modo di divertimento ed improvvisazione.
Questo gioco però è lentamente divenuto sempre piú pesante, il mio personaggio ha preso il sopravvento su ciò che il mio personaggio fa, ma questo personaggio esiste solo in virtú di ciò che fa, anche per questo sono calate le foto rappresentanti me e proprio per questo le ho tolte dal mio Gravatar. Non venendo considerate le mie azioni, non ho motivo di essere considerato sul blog: la mia identità virtuale Ysingrinus esiste da molti anni, credo dal 2000-2001, sino ad ora ho l’impressione di essere stato l’unico detentore di questo nickname tra l’altro, nickname mutuato da una noiosissima versione di latino tradotta malamente durante le vacanze estive: Ysingrinus è il lupo rappresentante il personaggio negativo delle favole, sua controparte è Renardus, i piú preparati noteranno dei parallelismi con personaggi francesi; e continuerà ad esistere anche quando questo blog non sarà piú. Per anni ho scritto su diversi forum e giocato a diversi giochi online, prima dell’avvento di MMORPG e derivati e per anni scriverò su forum e giocherò online.
Probabilmente la mia concentrazione sui pastelli e gli acquerelli è dovuta all’immediatezza del risultato che riesce, nel bene o nel male, a mitigare la distrazione derivante dal personaggio.
Resomi conto che questo non è sufficiente, ho introdotto la moderazione dei commenti: alcuni li cestino ed altri li approvo o cerco di scrivere una risposta.
Per sicurezza sto eliminando dal mio lettore diversi blog che seguo di meno o che non mi divertono piú con l’idea che non vedendomi piú nei propri articoli anche gli altri facciano lo stesso con me.


Quest’articolo originalmente aveva un altro nome, perché avevo voglia di riproporre una simpatica iniziativa propostami quest’estata da Ludmilla ma scrivendo mi sono reso conto che volevo parlare d’altro.
Volevo parlare di me e di come sono cambiato, chiedendomi come cambierò e se mi piacerà quello che sarà.

About ysingrinus

Mi sono accorto che non avevo scritto niente qui e cosí ho deciso di scrivere qualcosa.
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95 Responses to Evolvendo

  1. Dora Buonfino ha detto:

    Ognuno cambia come gli pare!
    Se vuoi, sono con te

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  2. lamelasbacata ha detto:

    Per me è molto triste, ma alla fine devi fare ciò che ti fa star bene, solo questo conta.

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  3. Tati ha detto:

    Hai aperto una scatola e buttato ben bene fuori tutte le carte… Poi le hai di nuovo mischiate un po’ ma non cosi tanto… Ysingrinus!! … Non capisco… Ma ti comprendo…

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  4. ivano f ha detto:

    La consapevolezza è una buona base per partire, ovunque vorrai andare. Hai buttato fuori ciò che pensi, e te ne sono grato.
    Non so cosa vorrai fare, cosa potrai fare… Si può tornare indietro? O l’unica soluzione è ripartire altrove, attento a non ripercorrere la stessa discesa?
    Ma è meglio prendersi sul serio o non farlo? Una via di mezzo, credo, ma non è facile stabilire dove posizionarsi.
    Qualcosa farai, dopo questo non credo potrà essere come prima. A te la scelta, io nel mio piccolo ci sarò, se vorrai.

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  5. beebeep74 ha detto:

    non leggerlo sarebbe stato peccato

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  6. Gemellone solare ha detto:

    In rigoroso disordine sparso…

    Mi ha colpito una cosa in particolare, tra quelle che hai scritto, una situazione lamentata da diversi blogger che seguo: il fatto che a ricevere più commenti siano gli articoli più disimpegnati – un modo fine per dire “scemi” o proprio “cazzoni”.
    Credo che gli articoli più sono leggeri, più sono facili da commentare. Poi si può discutere sull’utilità dei commenti a questi articoli come sull’utilità degli articoli stessi: qual è lo scopo di questi articoli e commenti?
    Far ridere? Esprimere uno stato d’animo particolare? Perdere tempo con atti di rappresentanza?
    A ciascuno la sua opinione: la mia è che tutte queste cose possono trovare il loro posto, nelle giuste proporzioni. Se volessi leggere solo svarioni, mi farei un account Fakeboobs, mentre sul tuo blog ho gli svarioni, gli aneddoti curiosi, i disegni, le riflessioni leggere e quelle profonde. Dei racconti, ho letto solo quello recente della strega e dell’albero, se non erro, oltre alla tua collaborazione con Zeus sul Muro del sogno: mi manca da esplorare il passato di Discussioni concentriche :P

    La cosa pallosa del web 2.0, per me viene dai social. Anzi, da un social specifico: Fakeboobs. Uno strumento potenzialmente forte (anche se le sue funzioni son programmate così così, imho) che viene usato solo per mettere in giro gattini lollosi, becera demagogia, gombloddismoh d’accatto (!!1!1!!) foto di mocciosi sfigati che credono di poter spaccare il mondo con le K e polemiche sterili. E meme scemi. E pubblicità di prodotti e servizi che non di rado sono monnezza. E notifiche. E falsi amici (ok, anche veri, ma in generale gli amici di FB li chiamerei Conoscenti o Contatti, al massimo).
    Tutte cose che posso apprezzare o almeno tollerare, in piccole quantità, ma che nella mostruosa valanga in cui si manifestano mi fanno venire voglia di affogarmi in un secchio pieno di candeggina, piuttosto che iscrivermici.
    Per fortuna non ho un’attività da promuovere, sennò sarei costretto a farmi divorare il tempo dalla socialità obbligatoria…
    Quando ho detto a un amico che mi sono fatto un blog per sproloquiare delle cose che mi piacciono e mi ha risposto “ma perché non ti sei fatto una pagina facebook, per quelle cose?” ho sentito morire una fata! Brrr…

    Riguardo al reinventarti, non capisco perché dovresti farlo: se non mi è sfuggito qualcosa, il tuo blog non ha una funzione commerciale, ti serve per esprimere ciò che sei e le cose di cui vuoi parlare e se resti a grandi linee la stessa persona, non c’è nulla di male visto che non devi vendermi niente. Puoi fare come preferisci, ma cambia in modo naturale, come fa qualsiasi fenomeno dotato di vita.
    Se non ti piace la routine, magari spezzala con un nuovo progetto: un altro racconto – scritto da solo o assieme a qualcuno – o una collezione di quadri con un tema. Visto che sai disegnare e dipingere e che hai idee per delle storie, potresti scaricarti un editor di visual novel (ne esistono anche di open source e per Linux) e provare a creare un videogioco spartano. Magari scopri che ti piace.
    Se il problema sono alcune funzioni di Automattic, ignorale e usa la parte che ti piace.
    Il problema è il lettore che ti spampana il modo in cui si visualizzano gli articoli? Sbattitene, chi ti legge potrebbe configurare il suo browser in modi che spersonalizzerebbero la formattazione in modo anche peggiore. È fuori dal tuo controllo? Lavora sulle cose che non lo sono. ;)
    So che non posso capire la routine di tenere un blog – per me è ancora un’esperienza nuova e lo faccio perché ancora mi diverto – e non so nemmeno come fosse WordPress quando ti piaceva di più, ma spero che tu continui perché mi piace leggerti e mi stai simpatico! :D
    E anche i tuoi commentatori sono favolosi ;)

    E direi che questo papiro, per ora, posso chiuderlo qui :)

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    • ysingrinus ha detto:

      Troppe fate sono morte ad oggi.
      Mi reinvento per aver senso, esistere senza senso in un contesto sbagliato è patetico. Inoltre può essere divertente reinventarsi, può essere una sfida.
      Perché si scrivono gli articoli disimpegnati? Per ridere cinque minuti. Poi la risata dura un’ora, poi diventa continua. E ti accorgi che non si ride per l’articolo ma per una dinamica sociale simile a quella di Facebook. E le modifiche fatte dai proprietari di WordPress mi sembrano sempre piú mirate alle interazioni sociali simili a Facebook. Fra poco non saranno gli altri il problema, sarò io. Già ora credo di esserlo.

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  7. rachelgazometro ha detto:

    Mi piace l’Ysingrinus scanzonato proprio perché la tua profondità arriva comunque e non penso solo a me. Arriva anche con i racconti ma è normale che i disegni siano più immediati e trovino più riscontro.

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  8. chiaralorenzetti ha detto:

    Considerazioni interessanti le tue. I tempi sono questi: aggiornamenti di wp che fanno cagarissimo, attenzione dei lettori sui testi lunghi tendente allo zero, attenzione dei lettori sui testi brevi, maggiore. (maggiore intendo più like, non necessariamente più lettura), commenti vuoti, di necessità, alle volte.
    Quando sai, decidi di conseguenza.
    Un amico per un periodo ha tolto i commenti, ma lui ha anche un’amante gelosa che per ogni commento di donna gli dava 100 frustate. Forse puoi toglierli anche tu, così ti eviti le frustate, sia mai!
    Bel post, introspettivo, ma senza soluzione alcuna se non restare o chiudere.
    Io nel mio blog mi trovo bene, c’è gente educata (beh, non sempre, c’è stata anche la maga, ma si è autoestinta da sè), che commenta con intelligenza. E i numeri li guardo, ma mi interessano poco: egoisticamente scrivo per piacermi.
    Sono in un periodo di apparente amore universale, che cela un distacco freddo e cinico dalla gente, quindi rispondo con educazione, ma senza enfasi (così, detto pane al pane e vino al vino) che significa: non sono su wp per fare amicizia, se volevo questo mi aprivo un account netlog o twoo.
    E bon, fai un po’ come ti viene, e se il blog è lo specchio dell’anima, guarda bene cosa ti rimanda.
    ciao

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    • ysingrinus ha detto:

      Già, il blog può essere lo specchio dell’anima, ma mi piace pensare che sia uno specchio deformante al momento. Il mio intento è, per il momento, restare filtrando molto per ripartire con qualche differenza e maggiore consapevolezza.
      Dovrò pensare seriamente all’eliminazione dei commenti, arrivassero centinaia di frustate anche a me…

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      • chiaralorenzetti ha detto:

        Puoi provare a far innamorare una donna molto gelosa! Ma le persone gelose sono anche molto possessive e per questo ti rendono tutta la vita un inferno, vedi tu.
        Sai che alle volte viene voglia anche a me di chiudere tutto e ripartire? Credo sia normale, quando ti crei un’identità poi ti resta incollata addosso, anche se cambi. La gente non ti riconosce più nel cambiamento, non ti segue.
        Siamo troppo rigidi nelle scelte.
        Ps: a me piace quello che fai ma ti confesso che non ho tempo per i racconti lunghi, mi annoiano a prescindere. Leggo molto libri di carta, quello sì, anche ore, ma nel web il mio massimo sono poche righe. E vale per tutti, non solo per te, ci mancherebbe.
        Stampa un libro e ti leggo :)

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  9. Incagliatoh ha detto:

    Ysingrinus: la tua artisticità ti porterà a metterti costantemente in discussione e utilizzerai il prossimo come catalizzatore dei tuoi demoni. Il mezzo che utilizzi non sarà mai all’altezza del risultato che speri, e probabilmente che meriti. Marte suggerisce equilibrio, o comunque, della morfina. Cambiare forma e aspetto non servirà a placare questa tua sete di acclamazione, e probabilmente neanche negare a te stesso che non sia così. Urano è in settima casa e ora non può rispondere, alcune voci riferiscono però che il tuo modo di palesare le tue insofferenze verso il prossimo non solo è utile per placare l’Io iperattivo, ma è utile anche per creare vari sensi di colpa. Ottimi analgesici, per altro.
    Amore: Venere porge i suoi migliori auguri, soprattutto a chi ti starà vicino!

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  10. ceciliagattullo ha detto:

    Reputo che sia importante, nell’iter di ognuno, potersi reinventare, sapersi reinventare, ma tutto ciò solo ed esclusivamente per una propria esigenza, per una propria evoluzione. Non sarebbe possibile altrimenti. Perché si scrive? Perché si dipinge? Perché si passano ore a scalfire con uno scalpello un blocco di marmo?
    Per se stessi, per esprimere una propria visione delle cose o per compiacere un pubblico qualsiasi? La mia domanda non può a parer mio se non avere un’unica risposta.
    Non penso che sia importante piacere a “molti” e soprattutto non a scapito delle idee che realmente si vorrebbero rendere visibili agli altri con la propria arte.
    Perché la scrittura è per me un’ arte. O no?
    Non riesco invece a interpretare il tuo “disprezzo” nei confronti di una categoria, ma forse dovrei andare a rivedere dei tuoi post precedenti, dal momento che seguo da relativamente poco il tuo Blog.
    La parola chiave in ogni caso è scrivere o dipingere non per i “mi piace”, e se qualcuno non seguirà più il blog, pazienza, arriverà qualcun altro che apprezzerà di più.

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  11. Zeus ha detto:

    Ho provato, provo e proverò la tua stessa forma di insofferenza generale verso questa nuova versione di WP. Non riesco a reggere il fatto che articoli di un certo calibro vengano ignorato (e non sto parlando dei miei, ma degli altri) e articoli dimmerda con temi dimmerda vengano elogiati come fossero una nuova prova di Eco. Secondo me c’è qualcosa che non torna e, se dovesse tornare, vuol dire che sono fuori posto e in maniera inequivocabile. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che mi lamento della condizione penosa in cui versa il panorama “creativo” di WP. L’abbassamento qualitativo della proposta è un fattore quasi consequenziale allo specchiarsi nel proprio blog. I blog non sono più una vetrina, un posto dove mettere sugli scaffali la propria mercanzia migliore, sono diventati un posto in cui chi scrive lo fa per degustare le proprie parole, per sbrodolarsi addosso senza aggiungere il minimo contributo creativo alla comunità.
    Ammetto che l’esistenza di blog-diario è un fattore tutt’altro che da disprezzare (e non lo disprezzo, anzi, sono sempre interessato a certe forme di catarsi via web), disprezzo, invece, i blog “finti-intellettuali” che impestano queste lande troppo simili alla versione da fighetti di Facebook.
    Un concetto è interessante, e lo approvo al 100%: gli articoli leggeri, quelli simpatici e divertenti sono necessari, sono una valvola di sfogo per creatività e relax… le risate che portano con sé sono benvenute… quando la risata diventa troppo lunga, quando il pensiero che da quel momento in avanti tutti gli articoli impegnati verrano ignorati per cercare l’articolo leggere continuare a ridere… beh… mi fa venire il sangue dalle gengive.

    Dico una cosa e non perchè sono un co-proprietario dei Grandi Antichi. Scrivere senza volto, sotto uno pseudonimo che non permette di distinguere chi ha scritto cosa e chi ha commentato cosa è un vero toccasana. Il personaggio (Ysingrinus, Zeus) viene meno e rimane solo il racconto. Il parto creativo.

    La mia idea di blog 2.0 l’ho espressa sul blog di Gintoki. Collaborazioni e azzeramento dell’ego. Un blog più condiviso e non un orinatoio di pseudo-stronzate.
    Ma io sono un essere immondo e cerco, in tutti i modi, di eliminare follower.

    Arioch, per conto di Zeus.

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    • ysingrinus ha detto:

      Tutto quello che dici è giusto e piú sensato di quello che dico io.
      Dopo la risata verrà ricercata solo la risata. Sono nella condizione di non potermi piú permettere di ridere perché facendolo annullo tutto il resto. Questo è profondamente sbagliato, io devo poter ridere senza dovermi al tempo stesso preoccupare troppo.
      Sino ad ora i Grandi Antichi sono la cosa migliore che abbia mai fatto. Sono scomparso ma sono stato presente.

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      • Zeus ha detto:

        Esatto. Posso ridere, ma il focus principale è, e deve essere, quello che si è prodotto.
        O fai un blog da clown e, in effetti, lo scopo ultimo è la risata. Ma il blog non deve far ridere… è il tuo prodotto che deve far ridere… e perciò lo sforzo è maggiore. Una contraddizione, ma è una verità.
        Anche io sono contento dei Grandi Antichi. Mi permette una valvola di sfogo inattesa e gradita.

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  12. alessialia ha detto:

    oh, allora…
    partendo dal fatto che fai bene a analizzare te stesso, anche se la cosa è partita inconsciamente, o avendola invece ponderata…
    io ti ho conosciuto quando i racconti già li avevi scritti… sono andata a scavare un po indietro nel tuo blog, lo sai, ma ovvio che non riesco per questione di tempo e dispositivi nell’immediato. per riscrivere buio, ne ho letti tre di racconti e ti devo dire che mi sono piaciuti, senza il preambolo iniziale, perchè li ho letti dal pdf. Hai uno stile tutto tuo che è piacevole e mai noioso o ripetitivo…
    secondo me nella vita ci son momenti per essere seri, per discutere di qualcosa che ci sta a cuore, ma anche per ridere e chiacchierare… non credo che i post piu disimpegnati siano i piu seguiti. io per lo meno amo confrontarmi su entrambe le tipologie…
    e poi cmq io ti ho conosciuto nel tuo modo diverso di rappresentarti e ti venivo dietro perchè eri solare e ironico. e per essere ironico ci vuole na bella capocciotta.
    ovvio che se tu non segui noi, se una cosa ci piace comunque veniamo a sbirciare, ma se poi vediamo che fastidiamo ti lasciamo in pace.
    Sei in gamba sia quando disegni, che quando scrivi.
    e ovviamente tu devi fare e scrivere e pubblicare, se ancora lo farai, quello che ti fa stare bene, non quello che vogliamo noi tu faccia… certo che stai cambiando i rapporti e noi ci adegueremo…
    baci!

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  13. domenicomortellaro ha detto:

    Bene… in ordine sparso tra un capitolo e un altro che sto scrivendo. Hai svolto uneserciio di autoanalisi molto importante, per quanto questo esercizio sia sempre e comunque di una parzialità assoluta. Hai certficato una evoluzione. Credo, purtroppo, si tratti di un meccanismo adattivo, nel tuo caso. Non è stato il contenitore direttamente ad intervenire sul contenuto. Mi spiego meglio: in un luogo di cui abbiamo le redini solo per il 5% illudendoci di controllarlo in termini assoluti, siamo convinti di poter agire coi nostri contenuti indirizzando l’evoluzione del contenitore. Pia illusione. Questa non è una piattaforma di blogging professionale, almeno non ai livelli a cui la usiamo, per cuimi pare impossibile influenzare un posto che, voglio dire, per larghissima parte è fatto di blog-diaries e simili. Mi ci infilo anche io in mezzo, che avevo ed ho ancora la presunzione di poter sfruttare questo social ed il mio luogo come trampolino per altro, di più professionale. La verità è che quel che ci modifica sono i feedback che riceviamo. Non parlo di autocompiacimento ma di progressiva adesione ad un modello che è quello comune. E nn c’è nulla di male. Ci vedo, esclusivamente, un inconscio compromesso al ribasso dettato dalle più svariate ragioni ma assolutamente facilitato dal sentire dello scrivente. Il mio blog non è evoluto: è stato un luogo in cui discettare di pornometafore… da aprile è divenuto altro, si è inabissato per altri impegni ed è letteralmente riesploso con dentro un sacco di materiale. Si acconcia a diventare trampolino per altro. Dopodiche… proprio per quel che vorrebbe essere trampolino, si rivela inefficace. E’ il meccanismo di fruizione del lettore medio: leggere 1000 o più battute è impegnativo. Lo so io e lo sai tu e lo sanno i pochi che commentano con coscienza gli articoli lunghi, i racconti. Molto più spesso, quasi sempre, chi è su WP lo fa con la pretesa di entrare in contatto col mondo attraverso un diario… per lenire solitudine e altro. PARLO IN GENERALE NON DESCRIVO PER FORZA DI COSE IL MECCANISMO CHE TU LAMENTI. Esattamente come in FB o nel vecchio splinder… sono tornati di moda i like e i commenti pompino… è tornato di moda il seguimichetiriseguo… è tornato di moda il leggoperchètumilegga… o almeno tifacciocredere di leggere perchè tumilegga… e molto spesso questo si traduce in tifacciocrederedileggere perchè tufacciacredereame la stessa cosa.
    Di fronte a questa constatazione io stesso ho riflettuto molto sul che fare, anche perchè, vorrei tornare ad avere un rapporto disincantato e canzonatorio col blog, spostare il “letterario” o meglio il “novellettistico” altrove, magari assieme a quanto ho scritto di professionale e lasciare, come ormai da tempo è evidente, il vomitatoio emotivo personale a quando ce n’è davvero bisogno, visto che grazie a Biondoddio non è quasi più per nulla totalizzante. Non so come elaborerò e se elaborerò questa migrazione. Ho sempre la grande ambizione di pubblicare “Volevo vivere felice poi m’è scappato da cacare” ma per esempio so che quasi nessuno dei miei 100 e passa lettori giornalireri lo comprerebbe… e non perchè sa di trovarci quel che ha già letto – NON SAREBBE COSì – ma perchè spesso non saprebbe nemmeno di cosa si tratta. Yzi questo strumento è freddo, fallace e così troppo umano… guardalo con disincanto, cripticità e dittatura del concetto, vedrai che la passione ti torna in 72 ore!

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  14. Presa Blu ha detto:

    Uno, nessuno, centomila…ci sarebbe molto da dire, ma dirò una cosa sola: mi é venuta voglia di leggere i tuoi racconti e presto vedrò di recuperare…

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  15. kalosf ha detto:

    Ciò che scriverò è scontato. Anzi è scontatissimo. Ma tu avrai pazienza. Ho amato questo articolo sin dalle prime righe. L’ho amato profondamente perchè nonostante, come ti ho già scritto, si legge in controluce di te nel tuo blog, qui emerge tutto l’uomo che c’è dietro Ysi. E quest’uomo è intenso, profondo, capace di leggersi e di leggere. Cose già note in realtà, ma rese in modo perfino lacerante in queste righe. Tu sai che io ho una particolare “attrazione” per il tuo blog in tutti i suoi cambiamenti, in tutte le sue evoluzioni (almeno da quando l’ho incontrato), forse perchè ne condivido (mutatis mutandis…ed anche i boxer che ci vuole) la sorgente profonda. Condivido perfettamente con te la questione del personaggio che nel mio caso è diventato addirittura un essere a sè, distinto da Sandro (ma qui potrebbero entrare in gioco molte cose). E per quanto riguarda l’articolo più letto di kalosf…Aspetta tra qualche ora e comprenderai che condividiamo anche lì, come dire, un certo strano risultato. Detto questo, ho amato questo articolo. Ed ovviamente continuo a seguirti. E nell’ambito del blog, resto sempre un suddito obbediente del Faraone. Ma credo che al più presto anche noi sudditi, come i sorcini di vecchia data, potremmo passare. Chissà infatti se il faraone resterà o se, forse, anche in questo, non avvenga un mutamento (che credo però non dipenda solo dalla piattaforma)

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    • ysingrinus ha detto:

      La piattaforma non è la responsabile principale no. Però può essere sintomatica di un divenire non per forza roseo.
      So, leggendo i diari di Kalosf che anche tu hai un rapporto particolare con il tuo personaggio. I nostri personaggi possono essere stretti o comodi, piacevoli o sgradevoli. Forse si adattano a noi e ci permettono di dire o pensare cose diverse da quelle nostre abituali e, sempre forse, alle volte iniziano a vivere di vita propria.
      È giusto far vivere in eterno il proprio personaggio o è meglio ucciderlo ad un certo punto? Il personaggio avrà sempre qualcosa da dirci e farci vedere oppure potrà esaurirsi?

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      • kalosf ha detto:

        …ehm devo dirti Ysi che io in qualche modo so già come va a finire questa storia. Nel momento in cui Kalosf si è separato da Sandro ed ha preso una sua vita autonoma, mi è stato evidente il punto di fine. Ma il percorso per raggiungerlo… No, quello dura fin quando durano i diari. Ma l’ultima pagina è già scritta. In qualche modo qui ho compreso il concetto di onniscenza di dio ed il suo rapporto con la libertà umana. Il sapere non significa condizionare. Io so, ma non condiziono Kalosf. E’ qualcosa di paradossalmente spirituale l’esperienza di separazione con il personaggio.

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  16. sabato83 ha detto:

    Non ti conosco da tanto, ma ho visto qualcuno dei tuoi cambiamenti. Beh, spero di continuare a vederne altri, e di continuare a vedere questo blog aggiornato.
    Poi si, ognuno fa quel che gli pare. Cambia quanto vuoi…cambia cambia cambia :-)

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  17. Cose da V ha detto:

    Io ci vedo una grande insofferenza verso chi ti commenta, quindi verso l’utenza in generale, soprattutto col fatto che cestini e moderi commenti. Ho notato anche io un cambiamento nel tuo modo di fare anche se non ti seguo da moltissimo, ricordo che agli inizi mi sembravi un po’ stronzo e poco disponibile al dialogo, infatti non commentavo mai, però forse eri più te stesso? Non saprei, son affari tuoi. Poi è normale, i commenti sono più facili quando uno scrive cose simpatiche o fa il cazzaro, commentare in modo originale delle opere ben scritte è più difficile, si rischia sempre di scadere nella banalità. Infine avrei un’altra considerazione ma se ci sarà occasione la farò più avanti, però non nel tuo spazio.

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    • ysingrinus ha detto:

      Dici che qualche mese fa ero meno disponibile al dialogo? Forse ho avuto un moto ondoso che ha portato a momenti di maggiore e minore comunicazione (sottolineo che non seguo, da sempre questo, mai nessuno prima di non essere seguito io ed anche allora ci penso due volte prima di seguire. Io credevo che tu avessi un blog privato o cancellato e ti fosse rimasto solo il profilo, perché il tuo indirizzo all’epoca era sbagliato, ci ho messo un po’ a trovarti.).
      C’è una discreta insofferenza verso il mondo esterno, dovuta forse ad un mio pretendere lo sforzo al di fuori del cazzeggio. So bene che è piú complesso e meno immediato dialogare su qualcosa piú formale ed elaborato e, nonostante le mie pretese non volevo molto. Tutti scriviamo banalità, in continuazione. Sia nel cazzeggio che nella serietà, però non ci preoccupiamo del cazzeggio. A me farebbe piacere non ci si preoccupasse anche nella serietà.
      Aspetterò le altre tue considerazioni.

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      • Cose da V ha detto:

        Intendevo dire che qualche mese fa sembravi disprezzare più le persone e quindi mi sembravi meno disponibile al dialogo. Però non pensavo al fatto che non mi seguissi, non era questo il punto che comunque abbiamo chiarito giorni fa (la mia tontolaggine). Il tuo punto sulla serietà è importante, ed è vero, forse non ci si sente all’altezza e poi il cazzeggio mette tutti più a proprio agio, che vuoi farci? Io le cose serie le leggo, apprezzo più quando scrivi che quando disegni (cioè apprezzo i disegni ma preferisco gli scritti, in generale) eppure trovo difficile commentare alcune cose, soprattutto quando non ci sono punti di vista da esprimere (ti faccio un esempio, esprimi il tuo punto di vista sulle classi con bambini più bravi divisi dagli altri) e allora lì posso dire la mia…

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  18. tramedipensieri ha detto:

    Si cambia in continuazione e ogni tanto fa bene fermarsi e riflettere un pò su cosa “si vuol fare da grandi”.

    Sono convinta che tutto sia utile per crescere, per cambiare…anche la noia ha una sua finalità…che è quella, alla fine…che si veste da molla e ci permette di dare una svolta. Per forza.

    Poi ci sono le aspettative che, cambiano per ciascuno di noi. Io non ho nessuna…qui (e poche anche nella vita, in verità)

    Qui ci sto bene, leggo tutti i blog che seguo che pubblichino post brevi o lunghi…se non ho niente da dire metto like; se ho da commentare commento non mi sento obbligata a niente e così vorrei che facessero anche gli altri (e mi auguro sia così) quando passano sul mio blog.
    Ci metto attenzione e cura, questo si.

    Dopo tempo alla fine ci si affeziona un pò…. siamo persone dietro uno schermo, eh….

    Ci sono blogger che non passano nemmeno per sbaglio sul mio blog eppure io li seguo perché trovo che i loro siano interessanti; lo sono!
    E’ chiaro che non può esservi reciprocità!

    Insomma in primis io pubblico ciò che mi piace, che mi fa star bene. Piccole cose che mi permettono di staccare dalla realtà. Sfrutto la mia curiosità e allo stesso la nutro.

    Resto sempre e sempre stupita del numero di persone che lasciano anche un like. In quella frazione di secondo che pigiano su “like” han “pensato” a me; quella frazione di secondo che mi fa piacere abbiano speso per aver letto quella minima cosa.

    Il blog mi serve per distrarmi, staccare un pò dal quotidiano, tutto qui. :)

    Buon cammino :)

    ciao
    .marta

    PS: ti pare un commento che abbia risposto al tuo post? Alle tue domande? Che sia stato utile alla tua “crescita”?…… :(

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  19. Comunque, alla fine, non si cambia veramente!

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  20. Al limite ci si disiscrive quando ti risvegli, e al tuo fianco c’è la messaggistica privata

    ** Il lettore ama poco leggere e molto guardare le immagini (in questo sono un lettore tipico – la videolettura mi fa proprio male fisicamente), è questione di immediatezza e di dispersione della rete.
    Il lettore ama poco anche ascoltare musica, a meno che non sia abbinata ad un video che abbia la forza di tenerlo lì per qualche minuto (ma non sono sicuro che a quel punto si tratti ancora di ascoltare musica). Ascoltare musica richiede in primis di fermare la musica o la radio o quant’altro si stia ascoltando, ed in secundis di dedicare pure del tempo all’ascolto.

    *** Commento scritto male, ma con termini in latino

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    • ysingrinus ha detto:

      Con la messaggistica privata abbandonero WP, questo l’ho già detto e lo ripeto.
      Il commendo precedente mi lascia fare una considerazione amare come il fiele (non conosco nessuno che lo abbia mai assaggiato però), ma questo riesce a stemperare la marezza.
      I commenti scritti male con termini in latino hanno un plusvalore.

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  21. avvocatolo ha detto:

    La domanda che ti posi qualche giorno fa mi pare riproposta qui da te a te ed esplosa: perché scrivi. Il resto mi pare contorno. Forma e contenuto si influenzano solo quando la forma è sostanza, spesso lo è, nel caso di WordPress a me non pare lo sia. Per il resto, se devi chiudere, fallo in grande stile perdendo su Kavvingrinus :-D

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  22. dimmibarbie ha detto:

    sa che commento raramente i tuoi post pur seguendoti da diverso tempo..
    Io credo che qualunque sarà la forma che il tuo blog prenderà-se la prenderà-
    l’importante e che ti somigli,
    che si evolva con te persona, aldilà e oltre il tuo personaggio…

    Un saluto gentile,
    Barbara

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  23. colpoditacco ha detto:

    Primo: perché devi cambiare? A me piaci così (anche se il mio parere è minimo, ovviamente)
    Secondo: Tra i blogger che hai eliminato ci sono io? Non sei passato a trovarmi ultimamente
    Terzo: se volevi chiudere mandavo la mail a Kalosf… scusa :D :P

    Comunque non farti tante pippe (mentali, intendo) e continua così…

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  24. mrsbean73 ha detto:

    Seguo Ysingrinus da non molto tempo e mi piace come personaggio, e ancora più come persona che viene fuori dal personaggio.
    Guarda ora che ci penso è dai tuoi commenti che sono rimasta colpita, iniziando a leggerti. Ma sono entrata qui in punta di piedi, più come osservatrice, che come commentatrice…
    Ho interpretato il tuo blog come un collettivo di anime e identità, e in questo collettivo ci sei tu scrittore (che forse conosco meno e rimedierò perché sono curiosa di leggere i tuoi racconti), ci sei tu artista che sperimenti tecniche e soggetti, ci sei anche tu scanzonato, ironico, talvolta un po’ laconico, ci sei tu con riflessioni di vita e pensieri.

    Mi piace che tu abbia condiviso con il tuo pubblico questo momento di riflessione, questa esigenza e bisogno di reinventare questo spazio e anche questa insofferenza per gli altri, per il prossimo, come dici tu. Legittima, assolutamente.

    Credo che a tratti, non forse in modo così profondo, spesso ci interroghiamo su cosa sia per noi il blog, su cosa vogliamo che diventi, su quanto di noi venga qui trasferito, su quanto esprima il nostro potenziale e le nostre capacità.
    Da parte mia questa dimensione sociale del blog sto iniziando a viverla e ad apprezzarla da poco, forse perché prima interpretavo più rigidamente il blog come luogo di scrittura e lettura e non necessariamente di interazione. E quest’ultima quasi mi disturbava, o piuttosto mi spiazzava, mi intimidiva. Ora è diverso, mi piace e sento che anche questa è una componente di ricchezza, ma sicuramente cambierà ancora.

    Ho perso il filo, temo, il succo è che capisco questa riflessione/condivisione e ho apprezzato la tua schiettezza. Il tuo blog penderà, forse, una sua nuova forma e chi ti stima guarderà con piacere la sua nuova pelle.

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    • ysingrinus ha detto:

      Mi rendo conto che la mia non è per forza di cose una riflessione originale, né dell’esposizione né nei contenuti, ma questo mi consola alquanto. Io voglio rendere un po’ piú rigida la mia vita sul blog ma apprezzo sempre determinate interazioni. Probabilmente cancellerò qualcuno in questi giorni, ma non con astio o odio.

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  25. Mastro Birraio ha detto:

    io credo che il problema non sia ne di Wp ne del tuo blog ne di quello del racconto sui grandi antichi. Ma si tratta di un fenomeno generale che se leggi in giro trovi ovunque. Gli utenti “evoluti” di facebook che è la piattaforma più cazzarona “dell’internet” lamentano che fanno traffico solo quando scrivono la minchiata di turno e non quando parlano del loro lavoro anche quando meritevole. In una piattaforma dove tutti sono scrittori sono pochi quelli che hanno voglia di mettersi in gioco e “evolversi” tutti sono invidiosi e allo stesso tempo così tronfi da pensare di poter fare altrettanto. “Apro un brlogge che ce vo!” Discorso analogo in una piattaforma dove son tutti fotografi o tutti panettieri. è una triste gare a chi ha il cazzo virtuale più lungo perchè quello reale, l’ego reale, sta sotto le proprie scarpe. Ortolani dice in una tavola sull’ultimo Ratman che si twitta per dimostrare al mondo di esistere. Tutto questo non è una critica alla leggerezza anzi, io sono il primo a non prendermi mai sul serio ma un mettere sul piatto un disagio generato dalla superficialità dell’abitatore medio del web.
    Apparentemente il web è meritocratico perchè è apparentemente libero la verità è che è pieno di paraculi come la realtà.

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    • ysingrinus ha detto:

      Hai ragione. A me però del cazzo virtuale degli altri non me ne frega niente, tanto io ce l’ho piú lungo! ;-)
      Il problema, in generale è sempre quello, ma nel particolare io ho avuto l’impressione di essermi adagiato su questa menzogna da paraculi.
      Ora intendo rimediare, facendo quello che ritengo piú consono.

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  26. gianni ha detto:

    Prendi quanto segue come un pensiero ad alta voce, sulla base di quanto letto sopra, commenti inclusi.
    E’ probabile che tu abbia più livelli, come persona, come blogger e così anche il tuo pubblico. Secondo me fai bene a fare autocritica, capire come e cosa sei o hai cambiato, vedere se ti piace e correggere, però secondo me già lo fai, altrimenti non cambiavi durante questi mesi.
    Quello che ho scritto è la fiera delle banalità (mi stava scappando la b iniziale, veniva fuori un disastro) d’accordo. A ‘sto punto puoi decidere se vuoi salvare il blog, vuoi seguire il “tuo pubblico” o vuoi fare come vuoi! Che sia la crisi di mezz’età del blog?
    Cambiamenti o no hai guadagnato il rispetto di un bel po’ di persone, me incluso e potrebbe sembrarti addirittura una responsabilità… Diciamo che c’è un momento in cui si pensa a cosa si voleva fare qui e a cosa si vuol fare ora, e – forse l’ho detto in altre occasioni – c’è da scegliere quanto essere sinceri, negli intenti, nel modo di porre gli articoli postati.
    La piattaforma Wp come tante altre ha i suoi limiti, è free, decidono altri la forma e via dicendo… Tende perfino a scozzonare le presentazioni sul lettore, facendo prevalere chi posta 150 volte al mese… Non me ne curerei.

    Ciò detto se cambi piattaforma, blog o che altro, scrivimelo 3 o 4 volte, perché di natura l’uomo dimentica e io sono molto uomo! :D :D :D

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  27. pierretlesanbitter ha detto:

    Questo post, anche nella struttura, mi sembra il tuo Manifesto Letterario. Il Manifesto Futurysingrinus.

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  28. Questo tuo articolo mi era sfuggito. Devo dire che la riflessione sui rapporto persona/personaggio, volere/adattarsi la capisco in parte. E’ difficile essere del tutto onesti su questo anche con sé stessi, secondo me. Per esempio, in un certo senso credo sinceramente che per me sia molto più importante essere letta da dieci persone che sono veramente interessate a quello che scrivo, piuttosto che ricevere mille like da chi non ha neanche letto. Però… però poi le statistiche, se non altro per curiosità, le guardo. Scrivo quello che mi pare e piace,rigorosamente, però se davvero scrivessi “solo per me”, terrei un diario cartaceo scritto in codice e chiuso a chiave. E persino così chissà, farebbe capolino la segreta speranza che qualcuno riesca a forzare il lucchetto e decifrare il codice… Quindi, capisco solo in parte e non del tutto perché credo (forse sbagliando) che si scriva fondamentalmente perché è bello, perché è necessario, perché si ha “l’esigenza” di raccontare qualcosa, per ragioni che hanno sempre a che fare con sé stessi ma che implicano anche comunque un condividere. Ma in realtà è solo “dopo”, credo, che si crea il rapporto con il lettore. Si è soli quando si scrive, non si è più soli quando qualcuno, anche uno solo, legge, e legge in profondità. Chi scrive (o disegna, o scolpisce) è sempre la persona, secondo me. Non riesco neanche tanto a concepire la differenza virtuale/reale. Si mostra una parte diversa di sé ad ogni persona, in ogni circostanza. Se però tu senti che qualcosa ti toglie la libertà di decidere cosa dire o non dire, o come dirla, allora immagino che sia una sensazione molto sgradevole. Ma non so se sono riuscita in effetti appunto a leggere in profondità quello che tu volevi dire.

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    • ysingrinus ha detto:

      Capisco il tuo punto ed in parte concordo: si fa perché è bello fare, principalmente perché si vuole fare e magari perché qualcuno veda il fatto. Mille “apprezzamenti” o commenti senza senso sono per me la distruzione del mio bello.
      Reale o virtuale indicano solo il livello di intimità condiviso. Su WordPress io che scrivo sono Ysingrinus, ma per i miei familiari io sono io che scrive sotto nome di Ysingrinus su WordPress.

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