Perdendo la memoria

Ieri notte, o era l’altra notte¹, mi è venuto da penare come potesse essere perdere la memoria sapendo a posteriori di aver perso la memoria. Perdere la memoria senza poi dimenticarsi di aver perso la memoria. Ho provato ad immaginare come sarebbe se un giorno di questi mi svegliassi e dimenticassi gli ultimi dieci, quindici, anni di vita.
Mi alzerei presto² e non riconoscerei il letto dove sto dormendo adesso, la finestra con la zanzariera mi mostrerebbe uno scorcio di palazzo sconosciuto, non gli alberi ed il muro che mi hanno accompagnato nel periodo scolastico. Incuriosito andrei nell’altra stanza, trovando senza problemi le ciabatte, deducendole mie, e vedrei la mia cana dormente sul divano oppure scodinzolante con le orecchie basse farmi versi con il muso per chiedere qualche carezza, senza sapere come si chiama. Non saprei dove si trova il gabinetto né dove porterebbe la porta d’ingresso. A seconda di quanti anni avessi perso, non mi preoccuperei per la scuola o per l’università. Cercherei invece qualcosa per fare colazione. Avrei problemi con gli interruttori, ma sicuramente saprei trovare lo zucchero ed il cacao.
Trovato il bagno, non sarebbe poi cosí difficile, mi vedrei tremendamente invecchiato ed anche abbastanza ingrassato. Capelli troppo corti, piú rughe del dovuto, peli di barba bianca. Intanto probabilmente mi squillerebbe il telefono e non saprei riconoscere la suoneria e soprattutto rispondere o almeno sbloccare lo schermo.
Sicuramente andrei a dormire e mi risveglierei dopo qualche ora sperando di ricordarmi che mi ero dimenticato o almeno di dimenticarmi di ricordarmi di dimenticare.

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1. Non ricordo. ↩
2. Ho il vizio di alzarmi prima delle sei, almeno da quando andavo alle scuole medie inferiori. ↩