Provo a scrivere i racconti con un carattere differente cosí che voi lettori possiate capire subito che quella che leggete può essere una realtà romanzata.
L’acqua gelata avrebbe fatto tremare per il freddo chiunque ma non lui. Aggrappato ad un salvagente, aveva visto affondare l’imbarcazione che l’aveva portato cosí lontano dalla costa molti giorni addietro. Non mangiava da quasi una settimana, aveva una fame terribile ma neanche questo era un problema: poteva aspettare ancora a lungo. Nelle ore del mattino il Sole gli bruciava la pelle, i riflessi dell’acqua cristallina lo abbagliavano ma lui non mollava la presa. Era spinto da qualcosa piú forte della semplice determinazione. Effettivamente solo i pesci potevano essere un problema per lui, ma non ci pensava. Pensava solo a rimanere a galla, aggrappato, pensava che aveva fame e che presto si sarebbe saziato, o almeno avrebbe un po’ placato la sua atavica ed incontrollabile fame. Aveva fame, poteva resistere, ma aveva fame…
I morsi dei pesci gli strappavano brandelli di carne, non provava dolore, si muoveva solo di riflesso. Quei pesci non potevano saziarlo, non avrebbe mai potuto mangiarli, il corpo era scosso da spasmi e tremiti ogni volta che, incuriosito, provava a portarne uno alla bocca. Decisamente non era fatto per mangiare i pesci, ma questo non poteva saperlo, se non a livello istintivo. Benché cosciente dell’ambiente circostante, non riusciva a capire e ad ordinare le cose che gli capitavano, semplicemente non poteva farlo, non piú. Eppure qualcosa, un istinto ferino, gli diceva che presto avrebbe mangiato, si sarebbe nutrito, nutrito come quell’ultima volta sulla barca. Avesse avuto la capacità di collegare i fatti, avrebbe potuto capire che la causa di quel naufragio era lui, che la sua fame aveva causato quella tragedia. Purtroppo però aveva ancora fame e non aveva idea di cosa fosse una tragedia, solo pochi pensieri sparsi, solo la consapevolezza che aveva una fame insaziabile e che presto per saziarsi avrebbe dovuto mangiare sempre piú…
Una notte, vedendo delle luci davanti a sé, scoprí che non aveva bisogno di stare a galla, lo scoprí per istinto, l’istinto del cacciatore pronto per la caccia, per cogliere di sorpresa l’incauta preda. L’istinto lo guidava da settimane, sapeva che non doveva farsi vedere, non prima che fosse troppo tardi per la sua vittima. I suoi denti dovevano affondare nella carne con tutta la forza possibile, doveva bloccare ogni possibilità di fuga per avere la meglio. Sapeva di essere molto resistente ma non molto forte, sapeva di essere lento ed impacciato, doveva agire di conseguenza.
Camminare sul fondale non fu un problema per lui, una volta aveva bisogno di respirare, adesso non piú. Vaghi ricordi di un tempo non troppo remoto si affacciavano per un momento, un lampo folgorante che lo faceva quasi esitare, un lampo troppo breve per bloccarlo, soprattutto perché piú passava il tempo e piú i ricordi si diradavano e facevano sempre piú vaghi, presto non avrebbe ricordato piú il passato, presto non avrebbe ricordato piú di non ricordare.
Durante quest’ultimo lampo uscí dall’acqua all’improvviso, il corpo gonfio smangiucchiato dai pesci, le braccia tese per afferrare un bambino sulla battigia, la preda piú vicina, la bocca spalancata con quello che restava dei suoi denti, un morso, il suono secco di un osso che si spezza, le urla delle persone inorridite, il sangue della vittima che gli cola sul mento. Fu un attimo, la nuova, inaspettata, consapevolezza che non era solo gli diede la forza di gettarsi contro i terrorizzati bagnanti.
Altri come lui fecero lo stesso, la loro pazienza veniva ripagata: per un po’ la fame che li consumava si sarebbe placata.
Nonostante avessi detto che non avrei scritto nulla sugli zombies sottomarini, ho deciso di scrivere ugualmente su questi mostri che popolano la mia fantasia. Perdonate la mia incoerenza!
Mangiato pesante ieri sera?????No no, gli zombies non mi piacciono proprio :P
Date: Thu, 10 Jul 2014 08:08:51 +0000 To: silvia-1959@live.it
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Avevo detto che dovevo scrivere questo e l’ho fatto perché se dico che non faccio una cosa per incoerenza devo farla e dato che avevo detto che la facevo e poi che non la facevo… :P
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Bello! :D
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Grazie!
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Prego!
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Pingback: Illustrazione de “La fame del mare” | Discussioni concentriche
perdoniamo, perdoniamo…a quando la prossima? ;)
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A presto spero… Adesso c’è altro in ballo, dopo la prossima definizione =)
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perdoniamo e balliamo :P
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Balliamo e cantiamo!
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Visto il risultato,sarai perdonato!
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Lo spero, lo spero davvero!
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